La revisione dell’elenco dei Comuni montani, avviata dal Governo con l’obiettivo di aggiornare criteri considerati ormai obsoleti, ha acceso l’attenzione anche in Valle d’Aosta. La legge prevede parametri specifici di altitudine e pendenza: per essere considerato montano, un Comune deve avere almeno il 25% del territorio sopra i 600 metri sul livello del mare e almeno il 30% con pendenza superiore al 20%. In alternativa, rientrano anche Comuni con altitudine media superiore a 500 metri o completamente circondati da territori montani con altitudine media di almeno 300 metri.
Secondo i dati disponibili, tutti i Comuni valdostani soddisfano naturalmente questi requisiti: l’intera regione è montuosa, con quote e pendenze che rendono quasi impossibile l’esclusione di qualsiasi Comune. Tuttavia, sottolineano gli amministratori e l’Uncem, il dibattito non riguarda solo la morfologia dei territori, ma anche la gestione delle risorse, delle agevolazioni fiscali e dei programmi di sviluppo locale destinati alle aree montane.
Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, ha recentemente indicato due possibili strade per evitare contenziosi e caos derivanti dalla revisione: un allargamento dell’elenco attraverso una revisione dei parametri di altitudine e pendenza, oppure l’affidamento alle Regioni della possibilità di aggiornare gli elenchi iniziali entro trenta giorni, valorizzando così la competenza regionale sancita anche da sentenze della Corte costituzionale.
In Valle d’Aosta, questa prospettiva appare particolarmente rilevante. La regione autonoma può infatti gestire con attenzione i parametri senza rischiare esclusioni, tutelando le peculiarità dei Comuni alpini e garantendo la continuità dei fondi e delle agevolazioni. Allo stesso tempo, la nuova classificazione nazionale mantiene un valore politico e simbolico: confermare il riconoscimento dei Comuni valdostani come montani significa ribadire l’attenzione alle specificità territoriali e alla gestione autonoma delle risorse.
Nonostante la certezza tecnica, le amministrazioni locali restano vigili: l’aggiornamento nazionale potrebbe comunque introdurre elementi di confusione, soprattutto se altri Comuni italiani venissero esclusi, generando possibili ricorsi e tensioni. Per questo, la Valle d’Aosta osserva con attenzione l’evolversi della revisione, pronta a intervenire per tutelare i propri Comuni e la coerenza dei criteri, senza rinunciare alla possibilità di dialogo con il Governo e le altre Regioni.
In conclusione, per la Valle d’Aosta la questione della revisione dei Comuni montani appare più politica e procedurale che sostanziale, ma resta cruciale per difendere risorse, autonomia e riconoscimento di territori che da sempre incarnano la montagna italiana.





