Edoardo Giribaldi - VN
Maria e Giuseppe, i pastori, l’asino e il bue: il presepe è la manifestazione più immediata e visiva di come, accanto a Gesù, nessuno sia escluso. Una compagnia che sgorga dal dono più luminoso di qualunque regalo natalizio acquistabile nei negozi: l’armonia, la pace.
È questo l’aspetto della prossima Natività del Signore che Papa Leone XIV prende in esame oggi, 19 dicembre, ricevendo i giovani dell’Azione Cattolica Italiana nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano.
Il nome stesso dell’associazione, esordisce il Pontefice, è un manifesto chiaro del suo intento: testimoniare il Vangelo all’interno di un “viaggio” che coinvolge l’intera Chiesa. Leone XIV richiama poi il tempo di Avvento, durante il quale uno dei gesti più significativi è la preparazione del presepe nelle case, nelle scuole e nelle parrocchie.
«Mentre guardate San Giuseppe e la Madonna, i pastori, l’asino e il bue, vedete realizzato il titolo del vostro percorso associativo di quest’anno: “C’è spazio per tutti”. Sì, attorno al Signore, che si fa uomo per salvarci, c’è spazio per tutti!», afferma il Pontefice.
Dal bambino al ragazzo, dal giovane all’anziano, il Figlio di Dio che viene nel mondo non cerca ristoro in una casa, ma nel cuore di ciascuno. Allo stesso tempo, apre il suo cuore per accogliere tutti con amore.
Tra le figure che popolano le rappresentazioni della Natività vi sono anche gli angeli, annunciatori della gloria di Dio e della pace agli uomini. Il Papa esorta i giovani a essere come loro: la riconciliazione è un impegno che riguarda ogni persona di buona volontà, ma in modo particolare i cristiani, chiamati non solo a essere “buoni”, ma anche “migliori”, giorno dopo giorno.
Esempi di questo cammino di crescita sono i giovani santi Pier Giorgio Frassati – che fece parte dell’Azione Cattolica – e Carlo Acutis. L’auspicio del Pontefice è che la loro passione per il Vangelo e le opere mosse dalla carità possano animare anche i giovani d’oggi.
«Agendo come loro, il vostro annuncio di pace sarà luminoso, perché in compagnia di Gesù sarete davvero liberi e felici, pronti a tendere la mano al prossimo, soprattutto a chi è in difficoltà», aggiunge Leone XIV.
Il Natale, prosegue il Papa, celebra la nascita del “Principe della pace”. Una definizione che rivela il senso autentico della riconciliazione: non solo assenza di guerre, ma soprattutto amicizia fra i popoli fondata sulla giustizia. È un desiderio condiviso da tutte le nazioni martoriate dai conflitti. Tuttavia, ricorda Leone XIV, la concordia e il rispetto nascono anzitutto dalle relazioni quotidiane, «dai gesti e dalle parole che scambiamo in casa, in parrocchia, con i compagni di scuola e di sport».
Perciò, prima della santa notte di Natale, pensate a una persona con la quale fare pace: sarà un regalo più prezioso di quelli che si possono comprare nei negozi, perché la pace è un dono che si trova, davvero, solo nel cuore.
In conclusione, tornando al significato profondo del nome dell’associazione, fare la pace è «un’azione cattolica» per eccellenza: il gesto che rende ciascuno testimone di Gesù, “il Redentore del mondo”.





