Il Centro Addestramento Alpino e le università protagonisti della sinergia tra Esercito e mondo accademico per l’innovazione e lo sviluppo scientifico e tecnologico in ambiente estremo, a supporto delle capacità operative nei climi artici e subartici.
Si è conclusa oggi la terza edizione di “Campo Alta Quota”, la campagna di sperimentazione scientifica promossa dal Centro Addestramento Alpino dell’Esercito Italiano in collaborazione con le Università di Milano (UNIMONT), Bologna, Ferrara, Chieti-Pescara e della Valle d’Aosta, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Scuola dello Sport del CONI Valle d’Aosta e la Società Italiana di Medicina di Montagna.
Svoltasi dal 10 al 19 dicembre sul massiccio del Monte Bianco, a oltre 3.300 metri di quota, l’iniziativa ha rappresentato un progetto d’avanguardia dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in ambienti estremi, con particolare attenzione allo studio degli effetti del grande freddo in un’ottica rivolta alle regioni artiche, oggi sempre più centrali nello scenario geopolitico internazionale. Nato nel 2023, il “Campo Alta Quota” si configura come una piattaforma integrata che coniuga addestramento operativo e innovazione tecnologica, facendo leva sulle competenze delle Truppe Alpine dell’Esercito e dei partner accademici coinvolti.
L’edizione 2025 ha segnato un’ulteriore evoluzione del progetto, articolandosi su tre principali ambiti di ricerca e rafforzando il carattere interdisciplinare dell’iniziativa.
Il primo ambito, dedicato alla meteorologia e alla statistica, ha previsto l’impiego di nuove centraline meteo progettate per l’alta quota, con analisi dei dati ambientali raccolti e trasmessi tramite sistemi di comunicazione satellitare, finalizzati a migliorare la lettura delle condizioni atmosferiche e del manto nevoso.
Il secondo ambito ha riguardato i processi fisiologici e cognitivi e le Human Performance, con lo studio degli effetti del freddo estremo su funzioni neurologiche, capacità manuali, apparato respiratorio e risposte biologiche allo stress, includendo approfondimenti su termoregolazione e risposta cognitivo-fisiologica alla caffeina, anche mediante l’utilizzo di dispositivi elettromedicali indossabili per il monitoraggio continuo dei parametri vitali.
Il terzo ambito ha interessato l’analisi statistica avanzata dei dati raccolti (big data), coordinata dall’Università della Valle d’Aosta, volta a correlare in un unico modello dati ambientali, fisiologici e prestazionali. Rispetto alla precedente edizione, il modello di ricerca è stato ulteriormente consolidato e ampliato, introducendo nuove tecnologie di rilevazione, rafforzando l’integrazione tra le diverse discipline scientifiche e orientando in modo ancora più marcato la sperimentazione verso scenari artici reali, a supporto dello sviluppo delle capacità dell’Esercito in ambienti estremi.
Un contributo di particolare rilievo è stato fornito dal plotone esplorante del 3° Reggimento Alpini della Brigata “Taurinense”, impiegato quale campione di studio anche in funzione della preparazione all’esercitazione NATO Nordic Response, in programma il prossimo anno in Finlandia. Le attività condotte dal reparto hanno consentito di testare sul terreno la preparazione fisica individuale degli Alpini, le procedure, i materiali e le configurazioni di equipaggiamento destinati a un reale scenario artico, producendo dati di valore sia per la componente operativa sia per i ricercatori.
Tutte le attività sul campo sono state inoltre caratterizzate da collaborazioni di ricerca e sviluppo con il mondo industriale, impegnato nella progettazione e nella sperimentazione di materiali innovativi.
I risultati finora raccolti evidenziano sviluppi significativi nei settori oggetto di indagine, confermando il “Campo Alta Quota” quale punto di riferimento nazionale per lo sviluppo delle capacità dell’Esercito nei climi estremi. I dati saranno ora sottoposti a ulteriori analisi, contribuendo a orientare le future scelte tecnologiche e logistiche dell’Esercito per le operazioni in ambienti estremi.
Il Generale Alessio Cavicchioli, Comandante del Centro Addestramento Alpino di Aosta, ha sottolineato come «il Campo Alta Quota 2025 rappresenti ancora una volta un esempio virtuoso di sinergia tra Esercito Italiano e mondo accademico, capace di generare innovazione tecnologica con ricadute concrete sulla capacità operativa».
CAMPO ALTA QUOTA 2025

Truppe alpine dell’Esercito, CNR e università sul Monte Bianco per sperimentare fisiologia, processi cognitivi e materiali per i climi estremi
L’Esercito sta sviluppando la capacità di operare in ambiente artico e subartico ed ha organizzato, dal 10 al 19 dicembre, una campagna di sperimentazione – denominata Campo Alta Quota 2025 – per valutare scientificamente le performance di personale, materiali ed equipaggiamenti in condizioni climatiche estreme e di elevato stress psico-fisico, frutto della combinazione di alta quota e basse temperature.
Attraverso un “live field test”, condotto in fasi successive, le attività partiranno dall’eliporto di Pollein, attraverseranno la Val Veny e arriveranno al ghiacciaio del Gigante, dove, con il supporto di SkyWay Monte Bianco, saranno condotte una serie di ricerche in ambito fisiologico, cognitivo e delle “human performance”.
Al fine di consolidare i dati del Campo Alta Quota 2024, il modello di ricerca verrà ripetuto e ulteriormente implementato. In particolare: l’Università di Milano e UNIMONT monitoreranno costantemente l’ambiente mediante nuove centraline ad alta quota e analizzeranno i dati satellitari. Sul versante fisiologico e cognitivo, l’Università di Bologna – con il supporto della Scuola dello Sport CONI Valle d’Aosta – studierà l’impatto del freddo sui processi neurologici, sulle capacità manuali e sugli effetti della caffeina; l’Università di Ferrara analizzerà le alterazioni delle alte vie aeree dovute al freddo, mentre l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Milano approfondirà termoregolazione, ormoni dello stress ed enzimi correlati alle risposte biologiche al gelo.
L’Università di Chieti-Pescara testerà sistemi elettromedicali per il monitoraggio continuo dei parametri vitali, mentre l’Università della Valle d’Aosta implementerà un database unico per l’analisi statistica multivariata dei dati ambientali e delle risposte fisiologico-cognitive, aggiornando e perfezionando il modello sviluppato nella precedente edizione del Campo.
L’iniziativa – guidata dal Centro Addestramento Alpino dell’Esercito – vedrà anche la partecipazione di un plotone del 3° Reggimento Alpini della Taurinense, esercitato e testato in vista del prossimo impiego operativo in Finlandia nell’ambito dell’esercitazione Nordic Response 2026, per una serie di esperimenti a cura di diverse università italiane. Gli ambiti principali sono:
Meteorologia e statistica
Nell’ambito delle attività dedicate alla meteorologia applicata e all’analisi statistica dei dati, il Dipartimento di Climatologia dell’Università di Milano, insieme a UNIMONT, sperimenterà nuove centraline avanzate per l’acquisizione di parametri atmosferici in alta quota. Le rilevazioni saranno integrate con dati satellitari, indispensabili per affinare la capacità di lettura del manto nevoso, con attenzione a vento, temperatura e irraggiamento. L’obiettivo è costruire un sistema di monitoraggio più accurato e resiliente, capace di correlare condizioni meteo reali con le performance operative e con il comportamento dei materiali testati durante il Campo, contribuendo a modelli previsionali sofisticati per l’impiego in ambiente artico e subartico.
Processi fisiologico-cognitivi e Human Performances
L’Università di Bologna studierà l’impatto del freddo sulla destrezza manuale e sulle capacità cognitive, approfondendo anche gli effetti della caffeina durante esercitazioni in condizioni estreme. L’Università di Ferrara analizzerà le alterazioni del gelo sulle alte vie aeree, mentre il CNR di Milano valuterà ormoni dello stress, termoregolazione ed enzimi correlati alla risposta biologica al freddo. L’Università di Chieti-Pescara testerà strumenti elettromedicali body patch per il monitoraggio continuo di ECG, respirazione, temperatura corporea e parametri ormonali. Tutte le attività saranno integrate con la Scuola dello Sport CONI Valle d’Aosta, per consolidare un quadro scientifico completo sulle Human Performances in condizioni estreme.
Big Data
L’Università della Valle d’Aosta creerà un database integrato per raccogliere e correlare dati dai diversi ambiti di ricerca. Le prestazioni delle attrezzature saranno confrontate con i risultati fisiologici e cognitivi del personale, permettendo una valutazione oggettiva degli effetti delle condizioni estreme. L’analisi multivariata dei dati raffinerà il modello sviluppato nella precedente edizione del Campo, rendendolo uno strumento sempre più accurato per comprendere le dinamiche operative in ambiente artico e d’alta quota.















