FEDE E RELIGIONI - 17 dicembre 2025, 18:00

Almanach de jeudi18 decembre saint Gratien

Circa la vostra lettura c'è poco da ammirare e quasi niente da edificarsi. Vi è assolutamente necessario che a simili letture aggiungiate quella dei Libri santi (Sacra Scrittura), tanto raccomandata da tutti i santi padri. Ed io non posso esimervi da queste letture spirituali, troppo premendomi la vostra perfezione. Conviene che deponiate il pregiudizio che avete (se volete da simili letture ricavare il tanto insperato frutto) intorno allo stile ed alla forma con cui questi Libri sono esposti. Sforzatevi nel far questo e raccomandate la cosa al Signore. In questo vi è un grave inganno ed io non posso nascondervelo. (san Pio da Pietrelcina)

Almanach de jeudi18  decembre saint Gratien

La Chiesa celebra   San Graziano (Gaziano) di Tours Vescovo

Gregorio di Tours (m. 594), nell'Historia Francorum, racconta che nell'anno 250 furono inviati da Roma sette vescovi per evangelizzare la Gallia. Fra questi sette missionari figura Turonicis Catianus episcopas. D'altra parte, nel capitolo De Turonicis episcopis con cui termina l'Historia, Gregorio dà il catalogo cronologico dei vescovi di Tours: in testa figura Gaziano con un episcopato di cinquant'anni, dopo il quale la sede sarebbe rimasta vacante trentasette anni. Il successore di Gaziano sarebbe stato Litorius che governò la diocesi per trentatre anni; e il terzo vescovo fu s. Martino, l'ordinazione del quale si colloca nel 371 o 372.

Che cosa si può ritenere di tutto ciò? Gregorio ha raccolto dalla tradizione orale i nomi dei sette vescovi—ivi compreso quello di Gaziano—cosí come la data del loró invio in Gallia. Se si può ritenere il nome di Gaziano, la precisione cronologica è assai piú dubbia. La durata dei due primi episcopati e quella della vacanza sono state evidentemente calcolate per accordare la data della missione e quella dell'ordinazione di s. Martino. E' assai probabile che Gregorio abbia anticipato indebitamente le origini della Chiesa di Tours.

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« La pace non nasce dal silenzio dei cannoni, ma dal coraggio dei popoli che scelgono la verità invece dell’odio, la giustizia invece dell’indifferenza”.  (Papa Leone)

Una frase che ribalta l’idea di pace come semplice assenza di guerra: Leone XIV richiama alla responsabilità collettiva, mettendo al centro non i governi ma i popoli. È un appello esigente, quasi scomodo, perché dice chiaramente che la pace non è un automatismo ma una scelta quotidiana fatta di verità, partecipazione e giustizia. Un messaggio che, in questo periodo storico, suona come una tirata d’orecchie globale.

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