Vite in ascesa - 05 dicembre 2025, 06:05

Una falesia per sognare ancora: “L’Avanà”

Un balcone soleggiato sulla Valle di Susa, una parete attrezzata per tutti i livelli e un sentiero semplice da raggiungere: l’Avanà è la nuova falesia riportata alla luce dal lavoro di Caprie Verticale, tra memoria, roccia e panorami aperti

Una falesia per sognare ancora: “L’Avanà”

La falesia dell’Avanà è uno di quei luoghi che riescono a unire emozione e geografia. Un angolo ritrovato, sospeso sopra la Valle di Susa, riportato alla luce da un accurato lavoro di pulizia e di chiodatura. Un “balcone” naturale che, passo dopo passo, si raggiunge attraverso un breve itinerario a piedi immerso nei muretti in pietra e nei coltivi abbandonati di un’ex vigna da cui deriva il nome stesso della parete.

I “tiri” disponibili soddisfano arrampicatori di ogni livello, con due brevi vie adatte anche ai più piccoli. Le difficoltà non scendono mai sotto il 5° grado e la parete, esposta a sud-est, viene raggiunta dal sole già al mattino. Servono una quindicina di rinvii; le difficoltà variano tra il 5° e il 7a+ e le altezze oscillano tra i 15 e i 30 metri.

Il lavoro di sistemazione è stato portato avanti dal gruppo “Caprie Verticale”, che ha lasciato nomi e gradi chiaramente indicati all’attacco di ogni tiro. Per raggiungere la falesia occorre partire da Borgone: nei pressi della Banca San Paolo si svolta a destra, si supera il passaggio a livello e si prosegue sulla strada lastricata in salita. Si oltrepassa un ponticello, poi si continua a sinistra lungo una stradina asfaltata tra muri di pietra, fino al parcheggio alla base della parete della Cava.

Da qui si segue la strada verso la borgata Achit, parcheggiando nei pressi della cappella di Santa Lucia. Lasciata l’auto, si torna indietro verso la cappella e si imbocca la mulattiera, ignorando le deviazioni: quando il sentiero si biforca, si prende la traccia di destra in lieve discesa, segnalata da un cartello su un tronco. Dopo una cinquantina di metri occorre prestare attenzione a un piccolo ometto in pietre, da cui in cinque minuti si raggiunge la falesia. In totale: 15–20 minuti di cammino, con un ottimo panorama sulla valle.

Una volta giunti alla base, l’Avanà si rivela per ciò che è: un luogo dove arrampicare per piacere, per allenamento, o semplicemente per ritrovare quel gesto che appartiene ai free climbers e agli alpinisti. Le vie sono tutte segnate in modo chiaro, per cui non serve aggiungere descrizioni tecniche: il senso del posto lo scopre chi lo vive.

Lodovico e Walter Marchisio

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