C’è qualcosa di straordinario nel vedere la politica occuparsi di chi è lontano fisicamente, ma resta radicato nei propri territori. La recente approvazione alla Camera della legge sull’esenzione IMU per i cittadini iscritti all’AIRE è proprio uno di quei momenti in cui le istituzioni sembrano ascoltare la vita reale, e non solo i numeri dei bilanci.
Per la Valle d’Aosta, che conta 8.642 iscritti all’AIRE, significa molto più di un beneficio fiscale: è un riconoscimento del legame che le persone mantengono con la loro terra d’origine. La legge raccoglie diverse proposte a favore dei cittadini italiani residenti all’estero e include la proposta a prima firma del deputato del deputato della Valle d'Aosta, Franco Manes, oggi confluita nel provvedimento guidato dall’onorevole Toni Ricciardi, relatore e primo firmatario.
Manes, intervenendo in Aula, ha sottolineato come l’obbligo dell’IMU per chi vive all’estero fosse «un’incongruenza normativa e un’ingiustizia fiscale». Una tassa che colpiva uomini e donne che, pur lontani, mantengono viva la memoria dei propri luoghi e il legame con la famiglia e la comunità. Una madre che torna a Natale nella casa di famiglia, un giovane che conserva il rifugio dei nonni sulle montagne, o famiglie che mantengono la casa per eventuali ritorni: per loro, questa legge rappresenta finalmente un riconoscimento concreto.
La nuova disciplina introduce agevolazioni selettive basate sul valore catastale, con l’obiettivo di favorire chi possiede abitazioni modeste in territori demograficamente fragili. La misura interesserà circa 101.000 immobili sui 115.000 potenzialmente coinvolti a livello nazionale. Per gli enti locali sono previsti ristori pari a 12 milioni di euro, a tutela dei Comuni, soprattutto nelle aree interne e di montagna. Manes ha però espresso perplessità sulla riduzione della TARI introdotta in subemendamento, «che a medio termine potrebbe creare più problemi che benefici».
Ma al di là dei numeri e delle normative, quello che emerge dall’impegno di Manes è una visione chiara: investire nei legami con i connazionali all’estero significa rafforzare le comunità locali. Famiglie che tornano per riabitare, economie che si consolidano, ricordi e tradizioni che non si perdono. La politica, in questo caso, diventa un ponte tra chi è lontano e chi resta, tra presente e memoria.
Manes ha anche ringraziato il relatore Ricciardi «per aver costruito una sintesi condivisa nell’interesse esclusivo dei nostri connazionali, anche se lontani fisicamente dai loro territori». Con il voto favorevole della Camera, il provvedimento passa ora al Senato per l’approvazione definitiva, portando con sé non solo una misura fiscale, ma un messaggio chiaro: le radici contano, e proteggerle significa costruire futuro.





