Salute in Valle d'Aosta - 04 dicembre 2025, 19:03

Sanità che innova, comunità che cresce

Firmato il protocollo tra USL Valle d’Aosta e Politecnico di Torino: il Beauregard diventa il centro sperimentale della nuova sanità digitale. Tecnologie utili, percorsi più semplici, sicurezza per operatori e pazienti. Una scelta che guarda lontano

Sanità che innova, comunità che cresce

Non una promessa, non un annuncio generico: un accordo scritto e triennale tra l’Azienda USL della Valle d’Aosta e il Politecnico di Torino apre una stagione nuova nel rapporto tra ricerca pubblica e sanità territoriale. Il presidio ospedaliero Beauregard diventa ufficialmente il campo di prova dove tecnologie avanzate, soluzioni robotiche e sistemi di navigazione intelligente verranno sperimentati, adattati, migliorati. Il punto non è avere “macchine nuove”, ma capire come possano davvero semplificare la vita a pazienti, operatori e famiglie.

Il Direttore generale dell’Azienda USL, Massimo Uberti, lo sintetizza così:
«Anche grazie a questo protocollo potremo accelerare i processi di digitalizzazione, migliorare la sicurezza degli operatori e offrire servizi più moderni ed efficienti ai nostri cittadini».
Un impegno che non nasce dal nulla: negli ultimi due anni la Valle d’Aosta è stata tra le prime regioni italiane ad avviare la digitalizzazione completa delle cartelle cliniche e l’implementazione di piattaforme uniche regionali di prenotazione, con oltre 320 mila accessi l’anno ai servizi digitali sanitari, un numero enorme se rapportato ai circa 122 mila abitanti.

L’accordo prende forma con strumenti concreti: un esoscheletro per supportare la movimentazione dei pazienti e ridurre il rischio di traumi per gli operatori; un sistema robotico in grado di agganciare e trainare i letti nei percorsi interni, pensato soprattutto per la gestione dei reparti più intensivi; una mappa intelligente ospedaliera, basata su sensori, che accompagnerà pazienti e visitatori come un vero GPS sanitario, un ausilio particolarmente utile per persone anziane, straniere o in situazioni di fragilità.

L’Assessore regionale alla Sanità Carlo Marzi parla di un messaggio chiaro: «La Salute della nostra Comunità passa anche attraverso le migliori collaborazioni possibili. Se questa collaborazione porta poi con sé innovazione e semplificazione è ancora maggiore il risultato per la nostra Valle».
Dal trasporto dei letti alla segnaletica digitale, non si tratta di futurismi: sono strumenti pensati per evitare infortuni, per ridurre gli errori, per far risparmiare tempo agli operatori e ridurre lo stress dei pazienti.

Il ruolo del Beauregard è strategico: le dimensioni più contenute rispetto al Parini, l’organizzazione dei reparti e la presenza di ambulatori articolati lo rendono perfetto per un modello pilota. Se funziona qui, potrà funzionare altrove. Il 70% dei ricoveri ordinari della regione passa da Beauregard, e i percorsi interni medi coprono un raggio giornaliero per migliaia di movimenti tra reparti, uffici amministrativi e diagnostica.

«Il Beauregard diventerà un vero e proprio banco di prova per soluzioni che potranno migliorare la qualità del lavoro degli operatori e l’esperienza dei pazienti», spiega l’ingegnere Davide Emanville, responsabile scientifico dell’accordo per l’Azienda USL. «Questa collaborazione ci offre l’opportunità di sperimentare tecnologie avanzate in un contesto reale e di valutarne concretamente l’impatto, costruendo un modello replicabile ed estendibile».

In altre parole: si prova, si misura, si corregge. Poi, se funziona, si allarga all’intero ospedale regionale. È un modo pragmatico — molto poco retorico — di fare innovazione. E forse è proprio questo l’aspetto che genera fiducia.

Non una rivoluzione annunciata, ma un percorso costruito passo dopo passo. Una sanità che non parla soltanto di esigenze, ma comincia a rispondere con soluzioni. E quando la ricerca pubblica entra negli ospedali pubblici, la tecnologia non è più un gadget: diventa un diritto di cittadinanza. Qui, adesso, in Valle d’Aosta. Dove essere piccoli significa, ancora una volta, poter innovare più in fretta.

pi.mi.

SU