ATTUALITÀ - 04 dicembre 2025, 15:30

Valdostani sull'orlo di una crisi di nervi...idrici

Ovvero: come trasformare l'acqua in vino, per annegare i dispiaceri

Valdostani sull'orlo di una crisi di nervi...idrici

C'era una volta, in una valle non troppo lontana, un sogno chiamato ottimizzazione. Un'utopia meravigliosa dove unificare i servizi avrebbe significato risparmiare soldi, semplificare le procedure, alleggerire le bollette. Insomma, il paradiso terrestre amministrativo.

Poi è arrivata la Sev.

E il paradiso, come spesso accade in queste latitudini alpine, si è trasformato in un simpatico girone dantesco dove il cittadino valdostano può finalmente sperimentare l'ebbrezza di pagare di più per avere di meno. Una sorta di masochismo fiscale elevato a forma d'arte.

Il servizio idrico unificato doveva essere la panacea: un solo gestore, tariffe uniformi, efficienza garantita. Bellissimo sulla carta. Peccato che la carta, in Valle d'Aosta, venga usata principalmente per stampare bollette sempre più salate.

Prima ancora che l'acqua cominci a scorrere regolarmente nei rubinetti, sono già scattati i primi costi: 300.000 euro all'anno per tre direttori. Uno amministrativo, uno tecnico, e presumibilmente uno addetto a spiegare agli altri due cosa stanno facendo. Perché si sa, l'acqua è un elemento complesso: serve una direzione amministrativa per capire quanto farla pagare, una tecnica per capire come farla arrivare e probabilmente una terza per giustificare perché non arriva.

Ricordate il sindaco che, appena insediato, si aumentò lo stipendio? Ecco, sembra essere diventato il modello di riferimento per ogni nuova entità valdostana. Prima ti aumenti i costi di gestione, poi — forse, ma proprio forse — pensi al servizio. È un po' come comprare una Ferrari per andare a fare la spesa: tecnicamente funziona, ma il portafoglio piange.

Il bello è che ogni volta che si crea una nuova struttura — e in Valle d'Aosta di strutture ne abbiamo a bizzeffe: partecipate, consorziate, Celva, Comuni, Regione, BIM, comunità montane (pardon, les unités, che fa più figo) — la promessa è sempre la stessa: “Razionalizzeremo, ottimizzeremo, risparmierete”. Traduzione simultanea: “Vi presenteremo il conto”.

Il cittadino valdostano sta scoprendo sulla propria pelle (e sul proprio conto corrente) che l'unificazione dei servizi segue una legge fisica tutta particolare: invece di dividere i costi, li moltiplica. È una sorta di fusione nucleare amministrativa, dove l'energia sprigionata si trasforma direttamente in bollette.

E quando chiami il centralino — gentilissimi, sia chiaro — per segnalare che l'acqua non arriva, ti rispondono con squisita cortesia. Il problema, però, resta. Insieme alla bolletta, che quella arriva puntualissima.

L'anno prossimo non si parlerà più della Tarip (ormai vecchia storia). Saremo tutti impegnati a discutere della Sev: acquedotti che non funzionano, fogne che traboccano, bollette che lievitano. Il cittadino, nel frattempo, si sarà rassegnato. Perché in fondo, cosa vuoi pretendere? Che un servizio pubblico costi meno e funzioni meglio? Ma dove credi di vivere, in Svizzera?

Ogni tanto, nelle serate di nebbia fitta che avvolgono la valle, qualcuno sogna ancora. Sogna un politico che si presenta e dice: “Caro cittadino, questa è la prima volta che faccio un servizio che ti farà davvero risparmiare”.

Ma è un miraggio, appunto. Come quelli nel deserto, ma con più neve e meno cammelli.

Cento partecipate, decine di enti, centinaia di direttori, migliaia di riunioni. E alla fine? Alla fine l'acqua costa di più e arriva di meno. E come mi faceva notare il mio amico Mario, finirà che costa di più la depurazione dell'acqua che usi che non l'acqua in sé.

Ma almeno possiamo consolarci pensando che stiamo contribuendo al mantenimento di un ecosistema amministrativo unico al mondo: quello dove l'ottimizzazione è direttamente proporzionale agli stipendi di chi ottimizza e inversamente proporzionale al risparmio di chi paga.

La speranza, come si dice, è sempre l'ultima a morire. Ma in Valle d'Aosta viene regolarmente annegata nelle bollette dell'acqua.

vittore Lume-Rezoli

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