INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀ - 03 dicembre 2025, 15:41

Aderenza terapeutica, metà dei pazienti fatica a seguire le cure: pesano fragilità sociali e più patologie

Solo un paziente su due segue correttamente le cure prescritte: tra costi, solitudine e più patologie, l’aderenza terapeutica resta una sfida sociale. “Serve tempo di ascolto e un modello che sostenga davvero i più fragili”, avverte Maria Grazia Vacchina di Cittadinanzattiva VdA

Aderenza terapeutica, metà dei pazienti fatica a seguire le cure: pesano fragilità sociali e più patologie

«L’aderenza terapeutica è un fenomeno complesso e multifattoriale» e per questo servono «interventi personalizzati e strutturali» capaci di migliorare la qualità di vita e l’efficacia delle cure. È uno dei messaggi centrali emersi dalla nuova Indagine civica sull’aderenza terapeutica presentata da Cittadinanzattiva, che ha coinvolto migliaia di cittadini, professionisti sanitari e associazioni, e che punta i riflettori su un problema spesso ignorato ma con conseguenze pesantissime sul sistema salute.

Da quanto emerge, solo un paziente su due segue in modo corretto e costante le terapie prescritte. Il restante 50% oscilla tra chi dimentica raramente o occasionalmente e un piccolo ma significativo 1,5% che non segue le cure con alcuna regolarità. Il profilo più fragile è chiaro: persone anziane, con basso livello socioculturale, spesso sole e con più patologie.

Indagine civica sull’aderenza terapeutica – Cittadinanzattiva
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La difficoltà non riguarda solo il costo dei farmaci o la complessità di assunzione, ma anche la sfera psicologica. Paura di dipendenza, scarsa motivazione, sensazione di “non essere in reale pericolo”: tutti elementi che spingono molti pazienti a trascurare terapie indispensabili.

A confermare il quadro anche i professionisti sanitari, che indicano nel mancato tempo di dialogo un limite strutturale: troppi pazienti, troppo poco spazio per l’ascolto.

«L'aderenza terapeutica è un fenomeno complesso e multifattoriale» sottolinea Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Servono interventi personalizzati e di sistema – aggiunge – perché garantire cure efficaci non significa solo prescrivere, ma accompagnare il paziente e chi lo sostiene».

Una visione condivisa anche a livello locale. «Il ruolo delle reti territoriali e delle competenze sociali è fondamentale», aggiunge Mariagrazia Vacchina, segretaria regionale di Cittadinanzattiva Valle d’Aosta, evidenziando come l’aderenza non sia un fatto privato tra medico e paziente, ma «una sfida sociale che coinvolge famiglie, servizi, associazioni e istituzioni».

La delegazione valdostana di Cittadinanzattiva collabora al piano d’azione e ribadisce il valore del lavoro di prossimità. «Serve formazione, supporto ai caregiver e un modello che riconosca il tempo di ascolto come cura», afferma ancora Vacchina, ricordando come l’associazionismo possa fare da ponte tra il cittadino fragile e la complessità del sistema sanitario.

Il Piano propone interventi su quattro fronti: governance, digitale, rete multiprofessionale, relazione di cura. Perché migliorare l’aderenza non significa solo interrompere sprechi – stimati in 2 miliardi l’anno – ma soprattutto aumentare la qualità di vita delle persone.

In un’epoca in cui la sanità è sempre più tecnologica, questa indagine ricorda una verità semplice: le terapie funzionano solo se chi le riceve ha le condizioni materiali, sociali e umane per seguirle davvero.

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