CRONACA - 29 novembre 2025, 01:00

Il pomeriggio che fece paura — e poi si trasformò in un abbraccio collettivo

A Villeneuve un sospetto incidente su un autobus scolastico ha coinvolto 35 bambini con irritazione alle vie respiratorie. Una grande macchina dei soccorsi, tanta apprensione e, alla fine, un lieto fine che ha restituito sorrisi e un intero paese sollevato

Villeneuve

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Quando la chiamata è arrivata alla Centrale Unica del Soccorso, poco prima delle due, a Villeneuve il cielo era di quel pallido azzurro tranquillo che non promette nulla di particolare. E invece, dentro un autobus scolastico, qualcosa stava andando storto. Un bruciore alla gola, fastidio agli occhi, la sensazione — per alcuni di quei ragazzini tra gli 11 e i 13 anni — che l’aria fosse diventata all’improvviso cattiva. Una sostanza urticante, forse sprigionata da chissà dove. Forse una bravata, forse un imprevisto tecnico, forse solo una coincidenza bizzarra. Nulla è chiaro, ancora. Ma in quei minuti tutto è apparso possibile, persino il peggio.

L’autista ha fatto la cosa più sensata: fermarsi, chiedere aiuto, tenere unito quel piccolo esercito di adolescenti spaventati ma dignitosamente più maturi di quanto gli adulti credano. E dalla chiamata delle 13:45, il tempo ha iniziato a correre veloce: l’automedica del 118, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco. Il paese, come spesso capita, si è messo in stato di ascolto. Le sirene non raccontano mai storie banali.

E invece quella storia, che poteva prendere una brutta piega, ha scelto un finale completamente diverso. Nella palestra delle scuole di Villeneuve — un luogo nato per il rumore delle partite e le ginocchia sbucciate, improvvisamente trasformato in punto di triage — 24 bambini sono stati visitati con calma dal medico del 118. Gli altri 11 sono stati affidati direttamente ai genitori, con quel respiro di sollievo che arriva prima ancora delle parole.

Nessuno è stato portato in Pronto Soccorso. Nessuno ha mostrato sintomi gravi. Nessun panico vero, solo la prudenza intelligente dei soccorritori e un’organizzazione che, ancora una volta, ha dimostrato che la Valle sa reagire quando serve.

Alle 16 in punto, con una puntualità quasi teatrale, tutto era finito.
I bambini riconsegnati ai genitori, gli zaini recuperati, le prime battute nervose che riconquistano spazio dopo la paura. Un’abbracciata collettiva di quelle che fanno capire che tra un rischio sfiorato e la normalità c’è un filo sottilissimo… ma che oggi ha retto alla perfezione.

Resta la domanda che tutti, in fondo, si fanno: cosa ha provocato quel fastidio? Un aerosol irritante? Un oggetto schiacciato, un deodorante rotto, un residuo chimico di cui nessuno si è accorto? Oppure — e qui l’ironia è d’obbligo — il misterioso esordio di un nuovo supereroe locale ancora inconsapevole dei suoi poteri?
Le indagini chiariranno. O almeno ci proveranno.

Intanto però la notizia vera è un’altra: oggi è andata bene. O forse benissimo.
E domani, passato lo sciopero e rientrati tutti alla vita normale, questo racconto potrà essere letto con la leggerezza che meritano le avventure finite bene.

Quelle che iniziano con un rischio e si chiudono con un sorriso. Come questa.

je.fe.

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