Diritti degli Animali - 26 novembre 2025, 21:04

Reati contro gli animali e oblazione: serve un aggiornamento normativo adeguato alla sensibilità attuale

Le associazioni valdostane chiedono una revisione delle norme per fermare davvero sofferenze e abusi

Reati contro gli animali e oblazione: serve un aggiornamento normativo adeguato alla sensibilità attuale

Negli ultimi giorni la domanda ricorrente è sempre la stessa: è possibile che chi abbandona un animale o lo tiene in condizioni incompatibili con la sua natura possa cavarsela pagando un’oblazione? La questione nasce dall’articolo 727 del codice penale, una contravvenzione rimasta tale nonostante la Legge Brambilla del 2025 abbia inasprito l’impianto sanzionatorio per tanti reati contro gli animali. Eppure, proprio questo articolo — che tocca due delle condotte più diffuse e crudeli — continua a rientrare tra i reati minori estinguibili tramite versamento economico.

Il tema fa discutere perché l’oblazione, lo sappiamo, è uno strumento pensato per fatti di ridotta gravità. Ma oggi, con una sensibilità collettiva molto più matura, ha davvero senso trattare l’abbandono come un semplice illecito minore? È una domanda che molti cittadini stanno ponendo alle associazioni, e che AVAPA e ANPAV rilanciano con forza: è coerente considerare “poco grave” un comportamento che può generare paura, sofferenza, morte?

Il punto non è un episodio particolare, ma l’impianto culturale e normativo con cui il nostro ordinamento continua a guardare agli animali. Non più oggetti, non più appendici domestiche: esseri senzienti, come riconosciuto da scienza, giurisprudenza e buon senso. E allora, dicono le associazioni, serve il coraggio di aggiornare la classificazione dei reati. Serve riconoscere che il benessere animale non è un accessorio, ma un valore etico e sociale che riguarda tutti.

AVAPA e ANPAV si dicono pronte a collaborare con istituzioni e operatori del diritto per proporre misure più efficaci, più coerenti con il contesto attuale e soprattutto più giuste. Perché la tutela degli animali non può restare inchiodata a norme pensate decenni fa, quando la sensibilità collettiva era molto diversa e il maltrattamento veniva sminuito o ignorato. Oggi il Paese è cambiato — e il diritto, se vuole essere credibile, deve cambiare di conseguenza.

Files:
 avapa Logo Avapa Pulito (0.9 MB)

pi.mi.

SU