Camminar pensando - 22 novembre 2025, 08:00

Fuori Regione

Schwarzhorn (Corno Nero) – 2.439 m Passo Oclini – BZ

Il Corno Nero dal Passo Oclini (ph. M. Carlesso)

Il Corno Nero dal Passo Oclini (ph. M. Carlesso)

Se si osserva la mole del Corno Nero dal Passo Oclini si ha l’impressione di vedere una persona dormiente posata su un fianco. La forma massiccia e scura appare cupa in contrasto con la svettante e attraente sagoma bianca del suo gemello dirimpettaio, il roccioso Corno Bianco. La sua salita, seppur ripida, risulta tuttavia più agevole di quella al Corno Bianco e si svolge su un terreno che, sebbene d’inverno veda la frequentazione di sciatori, durante l’estate si mostra intonso dalle brutture degli impianti, che qui sono assai modesti e quasi inosservati.

Salvo infatti un breve e antiestetico tratto di rete arancione sotto la cima verso il Palone, visibile dal Passo Oclini, e il laghetto artificiale per l’innevamento — che comunque non punisce l’occhio del camminatore e si incontra prima dell’erta finale — si può dire che l’ambiente in cui si svolge l’escursione è pienamente godibile.

Sul tratto sassoso sopra il laghetto artificiale (ph. M. Carlesso)

Gli ariosi panorami che si aprono ad ogni passo verso la vetta e i tratti quasi imboscati nel fragrante pino mugo ripagano ampiamente la breve fatica necessaria per raggiungere la cima. Fatica dalla quale ci si può riposare sedendosi sulla rudimentale e panoramica panchina che si trova sul culmine. Una panchina che merita ammirazione rispetto a quelle orrende installazioni giganti dai colori sgargianti che spesso violentano l’emozione che la montagna sa dispensare e che qui, proprio sul Corno Nero, si può cogliere a piene mani.

Il Corno Nero è anche detto “La Rocca” per il ritrovamento sulla sua sommità di un castelliere preistorico che, data la quota — la più alta finora riscontrata — e la particolarità della posizione, rappresenta quasi un unicum storico.

Salendo col Corno Bianco sullo sfondo (ph. M. Carlesso)

Il Corno Nero (Schwarzhorn), elevazione di 2.439 metri, come il suo gemello Corno Bianco, è posto nel gruppo del Latemar tra la sudtirolese Val d’Ega (Eggental) e la trentina Val di Fiemme. Anche questa montagna erbosa con rocce scure, posta di fronte al Corno Bianco, si eleva sopra i pacifici pascoli del Passo Oclini (Jochgrimm).

La cima offre ottimi panorami verso il gruppo del Latemar, il dirimpettaio Corno Bianco e la Val di Fiemme. La salita è relativamente breve ma ripida: prima in zona pascoliva, poi tra mughi, magra erba e brevi tratti sassosi.

La selletta che precede l’erta finale (ph. M. Carlesso)

La salita prende avvio dal Passo Oclini, nei pressi dell’Hotel Schwarzhorn, seguendo verso sud il sentiero 502 con indicazioni “Corno Nero”. Si sale inizialmente su una sterrata tra i pascoli e, seguendo sempre le indicazioni ai vari bivi, si raggiunge in breve un laghetto artificiale. Da qui il sentiero, sassoso e terroso, sale tra mughi con pendenza moderata.

Superato questo tratto la traccia si fa ripida, su fondo sassoso e ghiaioso, e porta a una selletta oltre la quale si risale il costone finale che conduce alla vetta, dove ci si può riposare su una comoda e panoramica panchina di legno. Qui si trovano anche la croce con libro di vetta e una Madonnina.

L’autore in vetta (ph. Gianni Valsecchi)

La discesa avviene seguendo il medesimo percorso effettuato in salita, ponendo attenzione ai tratti ripidi e sassosi se si accompagnano bambini.

La panchina di vetta (ph. M. Carlesso)

Partenza: Passo Oclini (Jochgrimm), 1.989 m
(raggiungibile da Cavalese imboccando la strada per il Passo Lavazè; da qui, svoltando a sinistra, in 3,5 km si giunge a Passo Oclini, con ampia possibilità di parcheggio libero)

Arrivo: Corno Nero, 2.439 m
Dislivello: circa 450 m
Tempo: 1h 30’ (salita)
Difficoltà: E
Nota: possibilità di abbinare nella stessa giornata la salita al gemello Corno Bianco

Files:
 Cartina Passo Oclini (1.5 MB)

Mauro Carlesso Scrittore e camminatore vegano

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