È stata inaugurata quasi in punta di piedi, ma con un peso simbolico enorme, la nuova sala per le audizioni protette all’interno della Questura di Aosta. Un piccolo ambiente, curato nei dettagli, pensato per essere un porto sicuro quando tutto il resto della vita sembra franare.
Un luogo che nasce da un’alleanza solida: Polizia di Stato e Soroptimist, grazie al protocollo firmato nel 2020 e al progetto diventato ormai un simbolo nazionale, “Una stanza tutta per sé”.
«La stanza sarà destinata “principalmente all’ascolto delle vittime di reati che si trovano in situazioni di particolare vulnerabilità”», ricorda il comunicato. E il messaggio è chiaro: qui dentro chi subisce violenza non troverà solo pareti colorate e sedie comode, ma un contesto che aiuta a parlare, a liberarsi, a denunciare.
Il merito è grande, e va detto senza giri di parole: il Soroptimist International d’Italia – Club Valle d’Aosta sta portando avanti in regione una delle azioni più concrete e incisive contro la violenza sulle donne.
La stanza è stata allestita grazie alla loro iniziativa, con un’attenzione che va oltre il semplice arredo: è stato coinvolto anche il Liceo Artistico LICAM, che ha lavorato a rendere l’ambiente più accogliente e che ha già promesso futuri contributi creativi. Un modo per dire ai ragazzi: “questa battaglia è anche vostra”.
E non finisce qui. La stanza è predisposta anche per le audizioni dei minori, con accorgimenti e materiali pensati per far sentire protetti anche loro. È un tassello importante, perché la protezione non si misura solo con la legge, ma anche con il luogo in cui la si racconta.
Il 27 novembre, nella cornice dell’auditorium della BCC, si parlerà di stalking senza edulcorare nulla:
«Il reato di atti persecutori — spiegano — consiste in condotte reiterate di minaccia o molestia che provocano un grave stato di ansia, un fondato timore per l’incolumità o un’alterazione delle abitudini di vita.»
Un fenomeno diffuso, spesso sottovalutato, che può iniziare con un messaggio insistente e finire in un incubo quotidiano.

A guidare l’incontro ci saranno professionisti che queste storie le vedono davvero: la dirigente della Squadra Mobile Francesca Pescara Di Diana, l’ispettore Bruno Paravisi, e il Questore Gian Maria Sertorio.
Un’occasione per capire cosa succede dopo una querela, ma anche quali sono le misure preventive — come l’ammonimento del Questore — che possono fermare una spirale di persecuzione prima che diventi pericolosa.
La nuova stanza è solo uno dei fronti aperti della campagna “Orange the World”, che ogni anno colora il mondo (e la Valle) per richiamare l’attenzione sulla violenza di genere.
Quest'anno il messaggio corre sui palazzi e sui monumenti:
il Castello di Aymavilles si illumina fino al 10 dicembre,
il Forte di Bard dal 24 al 26 novembre,
la sede del Comando Carabinieri di Aosta tornerà arancione il 25 novembre, ricordando che proprio lì, nel 2019, nacque la prima “stanza tutta per sé” valdostana.
Intanto in piazza Chanoux campeggia lo striscione con i numeri che possono cambiare una vita:
1522 e 344 0789888.
Un aiuto vero, immediato, senza giudizio.
Dal 2014 a oggi, il Soroptimist ha aperto oltre 300 stanze in tutta Italia, tra Carabinieri e Polizia.
Trecento porte dietro le quali una vittima può finalmente dire: “non sono sola”.
La Valle d’Aosta, oggi, ne aggiunge un’altra.
E ogni stanza non è un semplice locale arredato: è un gesto politico, sociale, culturale. È la prova che prevenzione e ascolto non sono slogan, ma scelte concrete.
In tempi in cui la violenza sembra un’ombra lunga e ostinata, vedere una luce accesa — e spesso arancione — fa tutta la differenza.





