ECONOMIA - 19 novembre 2025, 17:16

Cessione Telecontact, Manes chiede chiarezza: il Governo risponde in Commissione

Il deputato valdostano Franco Manes porta in Parlamento la questione della cessione di Telecontact Center, sollecitando trasparenza e garanzie occupazionali per i lavoratori di Aosta e Ivrea. Il Governo assicura attenzione, ma il quadro resta incerto. Non passa inosservato il silenzio della senatrice valdostana della Lega, rimasta in disparte proprio mentre il territorio chiede una voce forte e presente

On. FRanco Maner

On. FRanco Maner

L’operazione di cessione di Telecontact Center S.p.A., società del gruppo Tim che impiega oltre 1500 persone in Italia e che conta sedi ad Aosta e Ivrea, approda finalmente in Parlamento. A sollevare il caso è Franco Manes, deputato valdostano, che questa mattina ha interrogato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante il question-time in X Commissione.

L’interrogazione, depositata il 3 novembre, rappresenta il primo momento formale in cui il Governo è stato chiamato a riferire sul futuro dell’azienda, il cui destino preoccupa da settimane lavoratrici, lavoratori e organizzazioni sindacali. L’ipotesi di cessione da Tim alla nuova società Dna, controllata dal gruppo Distribuzione, ha infatti fatto scattare un allarme diffuso: nei giorni scorsi, i dipendenti delle sedi di Aosta e Ivrea hanno manifestato in presidio nella cittadina piemontese per chiedere risposte chiare e non rinviabili.

In Commissione ha risposto il Viceministro Valentino Valentini, che ha ricostruito gli sviluppi della procedura, dall’istanza di giugno al Ministero del Lavoro per l’avvio del confronto sindacale ai sensi dell’articolo 4-ter del decreto-legge n. 4/2024, fino alla seconda fase del tentativo di conciliazione del 5 novembre. Valentini ha assicurato che il MIMIT «continua a seguire costantemente il dossier» e che «parteciperà alle riunioni in sede governativa non appena ne ricorreranno le condizioni», con l’obiettivo di tutelare pienamente i lavoratori.

Ma le rassicurazioni non bastano a calmare le acque. Nella sua replica, Manes ha usato toni netti, esprimendo forte preoccupazione per la strada intrapresa dal gruppo Tim:
«La cessione del servizio clienti a una società appena costituita, con un capitale societario estremamente limitato, non rappresenta un buon segnale né per i lavoratori né per la stessa Tim», ha dichiarato. E ha aggiunto: «Telecontact è un’azienda attiva da molti anni, che oggi garantisce condizioni lavorative congrue a circa 1600 persone in tutta Italia».

Un passaggio particolarmente rilevante ha riguardato la situazione valdostana: «Nel 2023, con la chiusura della sede di Pont-Saint-Martin, circa 135 lavoratori sono stati trasferiti a Ivrea e ad Aosta. Ora si prospetta una nuova riorganizzazione significativa», ha ricordato Manes.

Il deputato ha quindi chiesto un intervento politico tempestivo e concreto:
«Dopo la giornata di protesta del 17 novembre, ci aspettiamo che la politica dialoghi urgentemente con l’azienda. Il rischio è di ritrovarci con l’accordo di cessione già firmato in tempi brevissimi. Le istituzioni tutte devono attivarsi subito, molto più di quanto fatto sino ad oggi».

Un passaggio non secondario ha riguardato la composizione del personale coinvolto: «I lavoratori delle sedi di Aosta e Ivrea sono soprattutto donne con un’età media di 50 anni, difficilmente ricollocabili in caso di perdita del posto», ha sottolineato.

E mentre la preoccupazione cresce, resta un dato politico che stona: il totale silenzio della senatrice valdostana della Lega, che su un tema così cruciale per due territori confinanti non ha ancora espresso una posizione né assunto un’iniziativa pubblica.

Manes ha chiuso con un appello chiaro e senza giri di parole:
«Dobbiamo evitare che le crisi e le ristrutturazioni aziendali vengano scaricate ancora una volta sui lavoratori, che attraverso queste alchimie societarie perdono tutele, certezze e dignità professionale».

Una posizione netta, che ora attende risposte altrettanto nette da parte delle istituzioni e della politica.

je.fe.

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