CRONACA - 17 novembre 2025, 13:18

Tra ghiaccio e pulci le guide alpine valdostane alla scoperta della biodiversità dei ghiacciai

acopo Alberti e Gabriele Silvestri, guide alpine del Collegio Valle d’Aosta, partecipano al progetto CollembolICE, esplorando ghiacciai e raccogliendo campioni delle minuscole “pulci dei ghiacciai”. La loro esperienza è fondamentale per la ricerca e per osservare gli effetti del cambiamento climatico sulle Alpi

Le immagini realizzate dai professionisti CONAGAI durante i campionamenti accompagnano il comunicato e documentano l’impegno delle guide nella ricerca sul campo

Le immagini realizzate dai professionisti CONAGAI durante i campionamenti accompagnano il comunicato e documentano l’impegno delle guide nella ricerca sul campo

Nei mesi scorsi, Jacopo Alberti e Gabriele Silvestri, guide alpine valdostane, hanno partecipato attivamente al progetto CollembolICE, studiando le cosiddette “pulci dei ghiacciai”, minuscoli invertebrati che vivono a ridosso di neve e ghiaccio e che rappresentano indicatori preziosi del cambiamento climatico. La loro esperienza in quota si è rivelata cruciale per raggiungere i 24 siti glaciali italiani selezionati, garantendo campionamenti accurati anche in aree di difficile accesso.

Noi guide alpine lavoriamo a stretto contatto con l’ecosistema glaciale, e riuscire ad approfondire la tematica della biodiversità dei ghiacciai è un grande arricchimento personale e professionale”, racconta Jacopo Alberti, che da anni collabora con l’Ufficio Cambiamenti Climatici di ARPA Valle d’Aosta. La sua conoscenza dei ghiacciai ha permesso di coordinare le campagne in quota in collaborazione con il team dell’Università di Siena, guidato dalla ricercatrice Barbara Valle.

La giornata sui ghiacciai di Indren e dei Bors è stata particolarmente memorabile. “I risultati dei primi campionamenti non erano incoraggianti, ma trovare i primi esemplari è stato un momento davvero emozionante”, racconta Alberti. Le aree più promettenti si sono rivelate tra rocce e ghiacciai, vicino al piccolo ghiacciaio di Indren e al rifugio Quintino Sella al Felik, luoghi inaspettati dove la vita sembra resistere nonostante condizioni estreme. “L’aspetto più impressionante è la presenza di vita in ambienti che fino a poco tempo fa consideravamo privi di organismi”, conclude.

Gabriele Silvestri sottolinea il valore dei progetti di citizen science, che coinvolgono non solo professionisti ma anche appassionati nella raccolta di dati e osservazioni. “Oltre ad arricchire la nostra conoscenza personale dell’ambiente alpino, rappresenta un valore aggiunto per il coinvolgimento dei nostri clienti”, spiega. I momenti più emozionanti, continua, sono stati i ritrovamenti in luoghi mai campionati prima: “In quei momenti senti davvero che il tuo contributo può essere importante. All’inizio dovevamo capire come cercarli e usare la strumentazione, ma grazie al confronto con i ricercatori abbiamo imparato in fretta”.

Il progetto CollembolICE ha già individuato otto popolazioni di pulci dei ghiacciai in Italia e si estende anche alle Alpi europee, Balcani, Tatra, Himalaya e Groenlandia. Le guide alpine valdostane hanno dato un contributo concreto, confermando quanto la loro esperienza sia fondamentale per raggiungere aree impervie e garantire la qualità scientifica dei campionamenti.

Il futuro guarda oltre le Alpi: “Continueremo a campionare dove possibile”, afferma Silvestri, “personalmente andrò in Argentina a dicembre e spero di riuscire a trovare ottimi campioni anche lì”. Tra neve, ghiaccio e minuscoli organismi, Jacopo e Gabriele dimostrano che il lavoro di montagna non è solo scalate e sentieri, ma anche ricerca, tutela della biodiversità e osservazione dei segni che il cambiamento climatico lascia sulle Alpi. (Fonte Collegio Nazionale Guide alpine Italiane)

pi.mi.

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