SANITÀ, SALUTE E STARE BENE - 14 novembre 2025, 09:19

Chirurgia e psicologia insieme: nasce un nuovo modello per le operazioni transgender

Un team guidato dal professor Antonio Aversa (Università Magna Graecia di Catanzaro) sperimenta un approccio integrato che combina tecnica chirurgica innovativa, valutazione psicologica e preparazione fisica. Il risultato: maggior benessere emotivo, migliore immagine corporea e drastica riduzione di ansia, depressione e disforia di genere

Chirurgia e psicologia insieme: nasce un nuovo modello per le operazioni transgender

Un nuovo modello di presa in carico per le persone transgender sta prendendo forma, Piero. Non più solo bisturi e protocolli clinici tradizionali, ma un percorso integrato che mette insieme chirurgia, psicologia e scienze motorie. A proporlo è un gruppo di professionisti guidati dal professor Antonio Aversa, dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, che ha sperimentato un approccio mai utilizzato prima in questo contesto, con risultati definiti dagli stessi studiosi «eccellenti».

La novità sta nell’idea che la mastectomia gender-affirming possa essere potenziata da una tecnica innovativa di “scultura muscolare”, applicata per la prima volta all’intervento tradizionale. A spiegarlo è il dr. Cristiano Monarca, chirurgo plastico della Casa di cura Quisisana di Roma, che sottolinea come «l’associazione tra mastectomia di genere e scultura muscolare permette di ottenere un torace più virile, più coerente con l’identità del paziente e più appagante dal punto di vista estetico».

Ma il bisturi, da solo, non basta. Il modello elaborato dal team include anche un supporto psicologico strutturato e un lavoro mirato sulla condizione fisica, grazie alla presenza di uno specialista in scienze motorie. L’obiettivo? Accompagnare la trasformazione corporea in modo armonico, riducendo il divario tra percezione di sé e corpo reale.

Il progetto è stato pubblicato sulla rivista scientifica Sexes (link ufficiale: https://www.mdpi.com/2411-5118/6/4/57), con un contributo determinante dell’Università Niccolò Cusano. A coordinarlo è stato il professor Ettore D’Aleo, insieme ai professori Lorenzo Campedelli, Mara Lastretti ed Emanuela Greco.

Lo studio documenta un caso clinico: un uomo transgender di 23 anni, inizialmente in condizione di obesità, accompagnato attraverso un percorso endocrinologico, psicologico e fisico fino all’intervento in assetto normopeso. La mastectomia ha portato, a 12 mesi, a un risultato definito «esteticamente appagante, simmetrico e senza complicanze».

La parte psicologica è stata decisiva. Il gruppo guidato da D’Aleo ha applicato un protocollo multimodale con test psicometrici e proiettivi, dimostrando che la mastectomia gender-affirming «non agisce solo sul piano somatico, ma avvia un processo profondo di riorganizzazione identitaria e di embodiment». In parallelo, i test di performance fisica hanno certificato un netto aumento della forza muscolare, oltre a una maggiore armonizzazione tra immagine corporea e percezione del sé.

Il percorso integrato proposto dal team di Aversa punta a superare la visione della chirurgia come atto isolato, inserendola invece in un modello più ampio che accompagna la persona nella sua complessità fisica, psicologica ed emotiva. Un cambio di paradigma che, se confermato da ulteriori studi, potrebbe diventare un punto di riferimento per la medicina di genere in Italia.

Un esempio concreto di come innovazione, multidisciplinarità e ascolto del paziente possano muovere la sanità verso un approccio più umano, efficace e rispettoso delle identità.

red/san

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