La Valle d’Aosta sceglie di raccontarsi ai più giovani non con un manuale, ma con un fumetto.
È questa la forza del progetto “Resistenza, Liberazione, Autonomia. I ragazzi raccontano la Valle d’Aosta a fumetti”, promosso dal CELVA nell’ambito del programma culturale 2023–2028, che unisce storia, educazione civica e linguaggio creativo per far rivivere – attraverso gli occhi e le matite degli studenti – i momenti fondanti della coscienza valdostana: la Resistenza, la Liberazione e l’Autonomia.
Sono 23 le richieste di adesione arrivate dalle scuole primarie e secondarie di primo grado della regione, di cui 19 classi ammesse al percorso formativo, iniziato il 13 ottobre scorso e destinato a svilupparsi nel triennio. Le attività vedranno i giovani impegnati nella realizzazione di elaborati grafici dedicati alla storia valdostana, poi trasformati in veri e propri fumetti grazie alla collaborazione con Erika Centomo, formatrice e autrice di fumetto, che seguirà direttamente i laboratori nelle scuole.
Ogni anno nascerà un albo collettivo, fino al 2028, a comporre una collana illustrata che diventerà patrimonio delle comunità scolastiche e simbolo di una memoria viva, condivisa e orgogliosamente locale. Le pubblicazioni saranno diffuse in Valle d’Aosta ma anche presentate in rassegne nazionali e internazionali dedicate al fumetto e all’educazione alla cittadinanza.
Con questo progetto il CELVA riafferma la sua missione: trasmettere la memoria per rafforzare l’identità. Non una celebrazione retorica, ma un percorso partecipato in cui la scuola torna ad essere laboratorio di cultura civica e di appartenenza.
In tempi di globalizzazione e smarrimento culturale, l’idea di far disegnare ai bambini la storia dell’Autonomia valdostana assume un valore fortemente simbolico: significa formare cittadini consapevoli, capaci di riconoscere le proprie radici per dialogare con il mondo.
Dalle aule di Nus, Quart, Saint-Vincent, Verrès, Oyace, Morgex, Châtillon e Aosta, la Valle d’Aosta torna a raccontare se stessa — con matite, parole e memoria.
Perché il particolarismo non è chiusura, ma consapevolezza: e la libertà valdostana, oggi come allora, si costruisce a scuola.





