L’elettrificazione della linea Aosta–Ivrea procede a tappe serrate e, secondo le previsioni, il servizio ferroviario dovrebbe tornare pienamente operativo tra il 2027 e il 2028. È un investimento atteso da anni, destinato a migliorare la qualità dei collegamenti e ridurre l’impatto ambientale, ma che porta con sé anche questioni concrete e immediate: la sicurezza dei tratti ferroviari che costeggiano abitazioni e proprietà private.
In diversi punti del tracciato, infatti, i nuovi binari si trovano a ridosso di cortili condominiali, giardini e persino aree gioco, separati talvolta solo da vecchie reti arrugginite o da nulla più che un marciapiede. Una situazione che ha sollevato interrogativi tra i residenti: chi deve garantire la protezione tra la linea ferroviaria e le case?
La risposta arriva dal D.P.R. 753/1980, la “bibbia” della sicurezza ferroviaria, e dalle disposizioni di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), gestore dell’infrastruttura. La recinzione del sedime ferroviario – cioè l’area di pertinenza della ferrovia – è competenza diretta di RFI, che deve assicurare che l’accesso ai binari sia impedito a persone e animali.
Il proprietario privato confinante, invece, non ha obbligo di costruire una propria barriera, salvo che la sua area sia aperta al pubblico o comporti rischi particolari (ad esempio, presenza di bambini o animali).
In altre parole, la sicurezza della ferrovia è pubblica, ma la prudenza sul proprio terreno resta privata: se un cittadino apre un varco, un cancello o un accesso che mette in comunicazione la sua proprietà con la linea ferroviaria, può essere ritenuto responsabile di eventuali incidenti o danni.
Il tema non è marginale, perché la nuova Aosta–Ivrea elettrificata attraversa zone residenziali densamente abitate, dove la distanza tra i binari e le recinzioni private si misura spesso in pochi metri. Da Hône a Nus, passando per le aree urbane di Pont-Saint-Martin e Aosta, i cantieri hanno reso evidente quanto la convivenza tra ferrovia e abitato richieda un piano chiaro di protezione e delimitazione.
Secondo fonti tecniche, RFI provvederà al ripristino o alla realizzazione delle recinzioni di competenza lungo tutto il tracciato, ma gli interventi potranno avvenire solo dopo il completamento delle opere principali di elettrificazione e adeguamento dei binari. Nel frattempo, molti cittadini chiedono certezze e chiarezza: chi controllerà che ogni tratto sia effettivamente protetto?
Una cosa è certa: la modernizzazione della ferrovia valdostana non può prescindere da una cultura della sicurezza condivisa. Perché se l’elettrificazione è il futuro della mobilità regionale, la protezione dei cittadini è – e deve restare – il suo presente.
Cosa dice la legge
D.P.R. 753/1980, art. 83 e seguenti
Le linee ferroviarie devono essere protette da recinzioni o barriere idonee a impedire l’accesso a persone e animali. La competenza spetta al gestore dell’infrastruttura, oggi RFI.
Proprietà confinanti
I proprietari privati non sono obbligati a recintare dal loro lato, ma devono evitare di creare accessi o varchi che mettano in comunicazione diretta la loro area con la ferrovia.
Responsabilità civile (art. 2051 c.c.)
Il custode di un’area privata è responsabile dei danni causati da cose in custodia. Se, per esempio, un minore o un animale accede alla ferrovia attraverso un passaggio lasciato aperto, il proprietario può essere ritenuto corresponsabile.
Come intervenire
In caso di tratti privi di recinzione o di barriere danneggiate, è possibile segnalare la situazione all’Ufficio Territoriale RFI – Infrastrutture competente, chiedendo un sopralluogo tecnico o chiarimenti sulla fascia di rispetto.





