Brunetta e i fannulloni… a rate da 3 euro
Cronache semiserie dai Palazzi istituzionali e non solo
C’è chi lavora e c’è chi “castiga i fannulloni”. Poi c’è Brunetta, che da ministro si arrabbiava per ogni minuto perso in ufficio e da presidente del CNEL si arricchisce come se fosse una piccola impresa familiare. Il tutto mentre i lavoratori italiani si devono accontentare di un aumento da 3 euro al mese. Tre. Euro. Al. Mese.
È una scena che sa di tragicommedia: il presidente aumenta il suo stipendio come fosse una misurazione di zucchero a cucchiaini, mentre chi macina turni e pratiche vede cadere qualche spicciolo sul pavimento come fosse carità di Stato. Il messaggio subliminale? “Io valgo di più, tu vali… tre euro.”
E i “fannulloni”? Quelli veri, secondo Brunetta, probabilmente non hanno mai visto un aumento così ridicolo. La beffa è servita su un piatto d’oro: il CNEL applaude, il ministero sorride e i cittadini si mordono le mani. Perché se il principio era dare l’esempio, il risultato sembra dire: “Puniamo i lavoratori con un euro, premiamo i presidenti con un bonus”.
E poi c’è il CNEL stesso, l’organo che secondo molti osservatori esiste più per fare bella figura nei comunicati stampa che per produrre risultati concreti. Un po’ come quei parenti che si presentano a cena portando… l’aria fritta. Una struttura costosissima che dovrebbe rappresentare i lavoratori, ma che nei fatti fa più rumore dei criceti nella ruota.
Insomma, mentre il Paese conta le monete, Brunetta conta le proprie, il CNEL fa finta di funzionare, e il resto è solo una sceneggiata in stile “castiga fannulloni”. Ironico, amaro e infinitamente piccante.





