La storia di Edileco, la cooperativa di Nus diventata un simbolo dell’edilizia sostenibile valdostana, vive uno dei momenti più difficili della sua storia. Dopo anni di crescita e di riconoscimenti, l’azienda si trova in una grave crisi finanziaria, con oltre 300 creditori e decine di cantieri aperti ma rallentati.
A causa del crollo dei bonus edilizi e della fine degli sconti in fattura, il 2024 si è chiuso con una perdita di 4,2 milioni di euro. Oggi una trentina di dipendenti amministrativi lavorano part-time e sono in cassa integrazione, mentre un commissario giudiziale, l’avvocato torinese Maurizio Irrera, sta seguendo il piano di rientro predisposto dal Tribunale di Aosta sotto la guida del giudice Marco Tornatore.
Nei giorni scorsi, un’impresa edile valdostana ha presentato una proposta formale di affitto d’azienda per gestire Edileco per tre anni, con l’obiettivo di salvare i cantieri e mantenere vivo il marchio.
L’offerta comprende beni, mezzi e contratti attivi, ma esclude i debiti passati. L’azienda interessata si è detta pronta a riassumere parte del personale e a subentrare nei lavori futuri, chiedendo però che nessun altro possa prendere in gestione i cantieri o ottenere nuovi incarichi fino al 26 novembre, giorno dell’udienza decisiva in Tribunale.
L’intento è chiaro: fermare tutto per evitare dispersioni, capire se ci sono le condizioni per una ripartenza e non far scivolare Edileco verso la liquidazione.
Nel frattempo, la cooperativa ha presentato un proprio piano di risanamento che punta a salvare la continuità aziendale.
Prevede: una pausa di due anni nei pagamenti alle banche, per riprendere dal 2027; nuovi fondi per 900 mila euro destinati ai piccoli fornitori (quelli con crediti sotto i 15 mila euro); rateizzazioni fino a dieci anni per i debiti fiscali e previdenziali; pagamenti dilazionati per i creditori più grandi e per chi ha prestato soldi alla cooperativa; e, soprattutto, la salvaguardia dei posti di lavoro.
Il commissario e il giudice dovranno ora valutare se questo piano sia davvero sostenibile e se rappresenti la strada migliore per i creditori, i lavoratori e l’intero territorio.
Il 26 novembre alle 10.30, il Tribunale di Aosta deciderà se proseguire con la procedura di composizione negoziata, se accogliere le proposte arrivate da terzi o se avviare la liquidazione giudiziale.
Da quella decisione dipenderà tutto: la sorte dei cantieri, la tenuta dei posti di lavoro e la possibilità che Edileco torni a essere un esempio di edilizia sostenibile e innovativa.
Fondata nel 2005 da un gruppo di giovani imprenditori valdostani, Edileco ha costruito la sua identità sull’edilizia ecocompatibile, sulla qualità dei materiali e sul rispetto per l’ambiente. Per anni è stata considerata un piccolo “gioiello” dell’economia locale, capace di unire competenza tecnica e sensibilità ambientale.
Oggi quel gioiello è appannato, ma non ancora perso. Se il piano sarà credibile e se la proposta d’affitto sarà giudicata solida, Edileco potrebbe trovare una via d’uscita dalla crisi. E Aosta potrà vere ancora la 'Edileco RUN24, una corsa a staffetta di 24 ore nel centro cittadino
In caso contrario, la Valle d’Aosta rischia di perdere una delle sue esperienze più originali nel settore dell’edilizia sostenibile.





