CRONACA - 08 novembre 2025, 14:21

Il passo che cura: camminare per dimagrire (e non solo)

La passeggiata quotidiana non è una gara ma un gesto di cura, un modo semplice e potente per mantenere il corpo e la mente in equilibrio. Non serve sudare o contare i passi: serve solo costanza, voglia di muoversi e un pizzico di consapevolezza

Foto tratta da Gazzetta Salute

Foto tratta da Gazzetta Salute

C’è chi misura ogni passo, chi calcola le calorie bruciate, chi si convince che solo con il fiatone arrivi il risultato. In realtà, camminare non è una sfida, ma un atto di manutenzione quotidiana. È l’attività fisica più democratica che esista: gratuita, accessibile a tutti, senza controindicazioni. E, se praticata con regolarità, è in grado di produrre benefici enormi, provati dalla scienza.

Camminare ogni giorno aiuta a ridurre la pressione arteriosa, migliora la circolazione, abbassa il colesterolo “cattivo” e innalza quello “buono”, tiene sotto controllo la glicemia, rafforza il sistema immunitario e riduce il rischio di infarto e ictus. Ma non è solo una questione di salute fisica: muovere i piedi fa bene anche alla testa. Stimola il rilascio di endorfine, migliora l’umore, il sonno, la concentrazione e persino la memoria.

«Nei pazienti diabetici o ipertesi una camminata quotidiana può ridurre il bisogno di farmaci», spiega il dottor Antonio Angelucci, medico sportivo di Doctolib.it. «E negli anziani, anche oltre gli 85 anni, i benefici sono tangibili: maggiore equilibrio, mobilità e qualità della vita. È un gesto semplice ma di potenza clinica impressionante».

Nonostante tutto, molti camminano poco e spesso male. «Il problema non è la mancanza di informazione», osserva Angelucci, «ma un approccio sbagliato: si pensa che servano fatica e sudore per “fare effetto”. In realtà contano soprattutto la costanza e la motivazione».

Camminare bene significa scegliere un ritmo che permetta di parlare senza ansimare, mantenendo il cuore in attività costante ma non affannata. All’inizio bastano 10-15 minuti al giorno, poi si può salire progressivamente fino a 30 minuti quotidiani, anche suddivisi in più momenti della giornata. L’importante è la regolarità: almeno tre volte a settimana, sempre a passo sostenuto.

Meglio preferire parchi o percorsi lontani dal traffico, usare scarpe leggere e ammortizzate, e lasciare che smartwatch o app siano solo un aiuto, non un giudice. «La camminata è l’opposto di uno sport estremo: è un’abitudine gentile, sostenibile, capace di adattarsi a ogni età e condizione fisica», ribadisce Angelucci.

E se manca la voglia? «Camminate comunque. Spesso il buon umore arriva dopo i primi passi. Chi lo fa regolarmente impara a sentirsi capace di prendersi cura di sé: è una medicina per il corpo ma anche per l’autostima».

I 5 falsi miti da sfatare

1. Il mito dei 10.000 passi? Solo marketing.
«Nasce da una campagna pubblicitaria giapponese degli anni Sessanta», racconta Angelucci. «Non ha basi scientifiche. L’OMS raccomanda 150 minuti di attività moderata a settimana: già 6.000-7.000 passi al giorno bastano per migliorare i parametri di salute».

2. Se non si suda, non serve? Falso.
Il sudore è solo un meccanismo di termoregolazione, non un indicatore dell’efficacia. Una camminata costante e moderata fa benissimo anche senza grondare.

3. Camminare con il freddo fa ammalare? No, rafforza.
«Altrimenti i popoli nordici sarebbero sempre influenzati», ironizza il medico. Il freddo non causa malattie: basta vestirsi bene e proteggere mani, testa e gola. Anzi, camminare al freddo rinforza le difese immunitarie.

4. Camminare troppo rovina le ginocchia? Dipende dalle scarpe.
Con scarpe adeguate e tecnica corretta non si danneggiano le articolazioni. Servono modelli da walking o running, leggeri e ammortizzati. Il problema non è la camminata, ma l’attrezzatura sbagliata.

5. Camminare non fa dimagrire? Sbagliato.
Ogni movimento consuma energia. Camminare non brucia come una corsa, ma favorisce una perdita di peso graduale e sostenibile, migliora la composizione corporea e, soprattutto, educa alla costanza.

Camminare, insomma, non è solo un modo per perdere peso: è un invito a rallentare, respirare, osservare e sentirsi vivi.
Un passo dopo l’altro — verso un corpo più sano e una mente più serena.

red

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