Correva l’anno 2025 e, tra proclami trionfalistici e piazze virtuali in fermento, sembrava che la politica valdostana avesse finalmente imboccato una nuova strada. Ma la realtà, come spesso accade, ha superato la fantasia.
Infatti, l’alleanza tra Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e La Renaissance Valdôtaine aveva fatto tremare gli equilibri storici della regione. L’entusiasmo era palpabile: si parlava di un nuovo corso, di una politica più allineata al governo centrale, e qualcuno già dava le forze autonomiste per spacciate.
Ma, come recita il proverbio, mai fare i conti senza l’oste. E infatti, nel giro di pochi giorni, la scena ha subito un ribaltamento degno di un film d’azione americano.
“48 ore” in salsa valdostana, con protagonista dell’inatteso twist una ex unionista passata a Forza Italia che, fiutando l’odore di poltrone, ha deciso di rimescolare le carte. In perfetto stile buddy cop movie, i consiglieri forzisti hanno preso armi e bagagli e sono tornati tra le braccia di mamma Union, accolti come figliol prodighi.
Questa volta, però, nessuno ha gridato “uccidete il vitello più grasso”. Anzi, pare che tra le fila dei familiari si siano ingoiati bocconi piuttosto amari.
Un motto antico che non tramonta mai. E infatti ha colpito ancora: non solo ha disorientato i fieri salassi, che invece di combattere hanno steso tappeti dorati, ma ha anche dimostrato – se ce ne fosse stato bisogno – che per una poltrona si è disposti a tutto.
Anche a rinnegare alleanze fresche di battesimo: l’esperimento del centrodestra valdostano, che aveva sfiorato la vittoria alle comunali (perse per soli 15 voti), è durato meno di un brindisi. La “nascitura” coalizione è già sepolta.
Rien ne va plus, direbbero al Casinò: i giochi sono fatti.
Nel gran rimescolio di casacche, rientri, mugugni, strette di mano e sconfessioni, tutto continua come se nulla fosse. E riecheggia, ancora una volta, la celebre frase del Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”
Giulio Andreotti diceva: “Il potere logora chi non ce l’ha.” E viene da aggiungere: quando lo si conquista, non lo si molla nemmeno a costo della dignità.
Come scrisse un autore, se la dignità fosse un valore, oggi sarebbe carta straccia.





