La nota diffusa dalla segreteria regionale di Forza Italia Valle d’Aosta non lascia spazio a interpretazioni: il bersaglio è la consigliera di La Renaissance, Chiara Baccini, colpevole – secondo gli azzurri – di aver pronunciato in aula parole “irrispettose e fuori luogo” nei confronti del partito di centrodestra.
Tutto nasce da una frase della Baccini, che si è chiesta se, «senza il suo partito, Forza Italia avrebbe raggiunto il quorum». Un’uscita che ha fatto scattare la replica piccata degli azzurri: «Proprio vero che, a volte, il silenzio sarebbe d’oro», scrivono nella loro nota.
Forza Italia parla di «maleducazione e poco rispetto», ricordando come i numeri delle ultime elezioni comunali dicano tutt’altro: «Ad Aosta, dove La Renaissance e Forza Italia hanno corso separatamente, Forza Italia è stato il partito più votato della coalizione di centrodestra, nonostante La Renaissance esprimesse il candidato sindaco», sottolineano, con una punta d’orgoglio.
Il riferimento è al cosiddetto “patto romano”, accordo che – ricordano gli azzurri – «portò alla candidatura di Girardini grazie proprio alla generosità di Forza Italia, che rinunciò a ruoli apicali per favorirlo».
Poi, l’affondo personale: «Forse la signora Baccini dovrebbe ricordarsi che se oggi siede in Consiglio regionale è anche e soprattutto grazie a Forza Italia, che le ha garantito il sostegno di diversi nostri candidati», si legge nel comunicato.
Il tono si fa sempre più duro: «Comprendiamo la delusione per le sconfitte – anche perché Girardini ne colleziona da anni – ma non accettiamo lezioni di stile e di politica da chi si distingue per arroganza e maleducazione».
Gli azzurri rivendicano anche il loro ruolo organizzativo nella coalizione: «Senza Forza Italia, La Renaissance non si sarebbe nemmeno potuta presentare alle elezioni: siamo noi ad occuparci degli adempimenti di legge, spesso da soli, per mancanza di collaborazione da parte loro».
E poi l’amara constatazione: «Non aver capito che qualcuno voleva usare Forza Italia come un taxi è stato un errore di fiducia».
Il comunicato si chiude con un tono tra il sarcastico e il velenoso, rivolto al leader di La Renaissance ad Aosta:
«Restiamo in attesa di capire se voglia fare opposizione o trasferirsi in Polinesia, gestire una fattoria in Piemonte, comprare dodici galline oppure vendere i suoi sessanta alloggi. Tutte sue dichiarazioni pubbliche».
Chiosa finale: «Lezioni di morale e coerenza ne accettiamo da tanti, ma non da tutti». Un colpo al cerchio, uno alla botte — ma soprattutto, un messaggio chiaro: la tregua nel centrodestra valdostano è ufficialmente finita.





