ATTUALITÀ POLITICA - 05 novembre 2025, 20:11

Iniziato il dibattito sul programma di governo presentato dal candidato alla Presidenza della Regione

La seduta pomeridiana del 5 novembre 2025 è stata interamente dedicata al dibattito sul programma di legislatura 2025-2030 presentato dal candidato alla Presidenza della Regione, Renzo Testolin. I lavori proseguono domani, giovedì 6 novembre, alle ore 9

Iniziato il dibattito sul programma di governo presentato dal candidato alla Presidenza della Regione

Il Consigliere Marco Carrel (Autonomisti di Centro) ha preso la parola in apertura della seduta: «Preso atto del neo costituito gruppo consiliare AdC-RV-SA, considerato che il programma condiviso da tutti gli eletti di Autonomisti di Centro è il medesimo ed è stato portato al tavolo delle trattative per la formazione del nuovo governo, ribadito che soltanto dopo il veto espresso dal Presidente Testolin sulla mia persona, io e il collega Di Marco abbiamo abbandonato la riunione, vista l'evidente impossibilità di continuare il dialogo basato su questa premessa, chiedo al Presidente di esplicitare, motivandola, se il gruppo consiliare Autonomisti di Centro e il sottoscritto Consigliere Carrel si debbano ritenere forza di maggioranza o di opposizione.»

Il Capogruppo della Lega Vallée d'Aoste, Andrea Manfrin, ha chiesto «chiarezza sulla questione che è propedeutica all'espressione del voto da parte del Consigliere Carrel sul candidato Presidente ed è fondamentale per l'attribuzione dei ruoli in Commissione.»

Il Capogruppo dell'UV, Aurelio Marguerettaz, ha quindi chiesto una sospensione per una riunione di maggioranza. Al rientro, ha ricordato che «attualmente, in Consiglio regionale abbiamo nove gruppi: Alleanza Verdi e Sinistra,Union Valdôtaine, PD-Federalisti progressisti VdA, Autonomisti di Centro, Fratelli d'Italia - Giorgia Meloni, Forza Italia, La Renaissance, Lega Valle d'Aosta, ADC-RV-SA. L'accordo di maggioranza è stato concluso tra i gruppi UV, Forza Italia e ADC-RV-SA. Tutti gli altri gruppi sono da considerarsi minoranza.»

Il Consigliere Massimo Lattanzi (Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni) ha evidenziato «un certo imbarazzo, perché gran parte dei punti del programma di legislatura sono assolutamente condivisibili, sembrano quasi presi dal nostro. Esprimono la necessità di avere occhi nuovi per visioni nuove. Ma i programmi camminano sulle gambe delle persone e le persone fanno le maggioranze: la credibilità sta nella loro solidità, ma dal teatrino emerso oggi manca la certezza dei numeri per affrontare gli anni impegnativi che ci aspettano. Noi saremo attenti osservatori dell’attuazione di questo programma, anche se non abbiamo molte illusioni sul rinnovamento di cui si parla. Faremo opposizione a favore della Valle d’Aosta per non perdere il treno della competitività e della socialità: un’opposizione durissima, attenta e senza sconti. Siamo preoccupati perché questa maggioranza avrebbe avuto bisogno di processi culturali diversi, descritti ma poco credibili. I valdostani sono confusi: io auspico che il Consiglio approvi la riforma elettorale, dando loro la possibilità di scegliersi il Presidente prima delle elezioni, per assicurare trasparenza e credibilità.»

«Oggi viene proposto per la carica di Presidente della Regione il Consigliere Testolin senza rispettare le disposizioni della l.r. n. 21/2007 - ha osservato la Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Chiara Minelli -. Il problema è giuridico ma anche politico: i limiti di mandato per Regioni e enti locali sono frequenti nella normativa nazionale e motivati dall'esigenza di rispettare il ricambio della rappresentanza politica e, di conseguenza, la democraticità della governance. Oggi si vuole scardinare questo principio e, così facendo, l'interpretazione della norma potrebbe perpetuare l'elezione a Presidente della Regione del Consigliere Testolin anche nelle prossime legislature. In queste settimane, complice una pessima legge elettorale, abbiamo assistito a varie manovre per formare una maggioranza e l'UV ha infine deciso di svoltare a destra, abbandonando progressivamente il rapporto con la sinistra valdostana. Questo cambio di campo svela la vera anima di una Union Valdôtaine per niente progressista. Si aumenta il numero di Assessorati - in base alle esigenze di spartizione delle poltrone - e si propone un programma dallo scarso valore contenutistico, con alcuni punti (in particolare in tema di ambiente, trasporti, energia e attenzione alla povertà) su cui esprimiamo la nostra contrarietà.»

Il Consigliere Corrado Bellora (Lega VdA) si è soffermato sulla necessità di modificare la legge elettorale: «Quello che è successo in questo mese conferma pienamente questa esigenza. Due esempi su tutti: un partito che in campagna elettorale si è presentato in coalizione con il centro-destra oggi è in maggioranza; un Consigliere viene messo alla porta perché non è simpatico a qualcuno della maggioranza, anche a fronte di 1800 voti. Questo è il senso della bruttezza di questa legge: il voto degli elettori non conta, firmano una cambiale in bianco ogni cinque anni. Serve quindi una legge seria, che vincoli gli eletti a rispettare un programma, un candidato Presidente e un’alleanza. Se la maggioranza cade, si torna a casa. Basta guardare alle altre Regioni per capire cosa significhi rispettare la volontà dell’elettore. Dal 1990 a oggi, il Comune di Aosta ha avuto 6 Sindaci e 6 Giunte; la Regione 20 Giunte e 16 cambi di Presidente. Le regole devono correggere i difetti degli uomini. Se non avete rispetto per voi stessi, abbiate rispetto per chi ha votato: questa è l'essenza della democrazia.»

Il Vicecapogruppo della Lega VdA, Simone Perron, ha evidenziato la «schizofrenia del sistema politico VdA in cui l'UV va a sinistra in Comune, e al centro in Regione, con una coalizione fatta di transfughi ed ex transfughi. Il programma che avete presentato è uguale a quello di cinque anni fa. La vostra azione ha anestetizzato i valdostani, cancellato la meritocrazia e imbrigliato, con le dinamiche al ribasso dell'appartenenza, le migliori energie valdostane spesso obbligate ad allontanarsi dalla regione. Il nostro partito rappresenta molte di queste persone: libere e abituate a non chiedere nulla a nessuno. Riconosco alla vostra cultura politica di saper amministrare l'esistente, sebbene con alcune gravissime criticità - la sanità prima di tutte! -. Serve una migliore redistribuzione della ricchezza che possa incidere sulla classe media e lavoratrice, specie per quel che riguarda coloro che hanno figli. Sono ormai pochissimi i vantaggi che i valdostani oggi hanno nel vivere qui. Serve un cambiamento che questa maggioranza non può garantire.»

Per il Consigliere Fulvio Centoz (PD - Federalisti Progressisti), «oggi non stiamo semplicemente aprendo una nuova legislatura, stiamo assistendo a una fase che può segnare il futuro della nostra autonomia e non necessariamente in senso positivo. Si dice che questa sia la Giunta della stabilità: io credo invece che sia la Giunta della subordinazione, perché nasce da un accordo che, dietro parole come dialogo istituzionale e collaborazione con Roma, nasconde una verità semplice: la Valle d’Aosta non parla più con lo Stato da pari a pari ma per interposta persona, attraverso un accordo politico tra l’UV e Forza Italia, in cui la Valle viene rappresentata a Roma da un partito romano. Questo è il contrario dell’Autonomia: è l’amministrazione controllata di un territorio speciale. L’autonomia o è progressista o non è: non serve a conservare ma a cambiare, non difende privilegi ma genera opportunità, non chiede permessi ma assume responsabilità. Crediamo in un’autonomia libera, solidale e moderna, che guarda in faccia la realtà della crisi demografica, la solitudine delle famiglie, e che risponde ai problemi con la forza della comunità.»

La Vicecapogruppo di PD-FP, Clotilde Forcellati, ha definito la maggioranza «un parto difficile che ha segnato in maniera significativa la cesura con le forze progressiste, spacchettando poi la coalizione di destra per trovare un accordo con un partito "di destra ma non troppo", segno della diffidenza della base dell'UV nei confronti di questa scelta. Questo cambio di maggioranza è stato costruito nei corridoi romani, con buona pace dell'autonomia e dell'autonomismo. Il documento siglato tra UV e Forza Italia è un libro dei sogni e di buone intenzioni già presentati in precedenza e si ha come scadenza il mese di marzo 2027. Cosa succederà se tutto questo non sarà realizzato entro quel termine? Questa non è stabilità ma opportunismo politico: non siamo di fronte a una coalizione seria. Che ne è stato dello slogan della campagna elettorale "mai al governo con le forze autonomiste"? Il programma che ne deriva guarda più alla gestione della regione che al cambiamento e al governo di quei processi che sono fondamentali per la nostra crescita. La Valle d'Aosta ha bisogno di coraggio.»

Per il Consigliere Aldo Domanico (FdI) «ci sono certi valori universali, raccontati attraverso grandi capolavori del cinema, che non si comprano, ma si conquistano sul campo con il coraggio, la lealtà e l'esempio. Anche in politica, esistono virtù che dovrebbero guidare ogni azione: onore, rispetto e coerenza. Sono principi che in un tempo come il nostro diventano un atto di ribellione morale: scegliere ciò che è giusto e non ciò che conviene. Ma, forse, nella realtà le cose stanno diversamente.»

«Abbiamo finalmente un Governo ma quanti elettori possono dirsi contenti delle decisioni prese da coloro che hanno votato? - si è chiesto il Consigliere Eugenio Torrione (AVS) -. Oggi assistiamo a una mortificazione della democrazia con il "teatrino" di questi giorni (fuoriuscite da coalizioni, dimostrazioni di non gradimento personale di colleghi, ecc). Serve una nuova legge elettorale perché l'attuale non è né democratica né rispettosa dell'elettorato e accresce ulteriormente la progressiva disaffezione dei cittadini verso la politica. In merito alla questione dei tre mandati i Consiglieri Testolin, Bertschy e l'UV hanno perso l'opportunità politica di accogliere i principi e la ratio della legge 21 e di rispettare il sotteso pensiero politico e autonomista. Il programma è una lunga dichiarazione di intenti, ma è carente di dettagli operativi.  Mancano: lotta alla precarietà e salario minimo negli appalti pubblici; sanità pubblica come diritto costituzionale; nelle politiche sociali: autodeterminazione, progetto di vita personalizzato, pari dignità e pari diritti, domiciliarità; importanza del rapporto fra PA e terzo settore (volontariato e cooperazione sociale).»

Il Capogruppo di FdI, Alberto Zucchi, ha richiamato il tema «dell’opportunità politica di insistere, dopo anni di potere, su una strada incerta e segnata da pareri contrapposti, rischiando di portare il Consiglio in una situazione difficile e precaria in caso di contenziosi. Noi ci siamo presentati come coalizione alternativa al precedente governo, ma oggi assistiamo al necrologio della legge elettorale, che ha costretto la maggioranza a rincorrere numeri per garantire stabilità. Proprio la stabilità è ciò che le categorie produttive chiedono e per questo abbiamo cercato un confronto con l'UV, sempre in un’ottica di centro-destra unito e di discontinuità. Ci era stata prospettata la possibilità di entrare da soli in maggioranza, ma per noi si vince e si perde insieme. Siamo rammaricati per la scelta di Forza Italia, ma restiamo fedeli ai nostri elettori e vigileremo sull’attuazione dei punti condivisi, a partire dal netto contrasto all’ampliamento dell’ospedale di Aosta. Rappresentiamo una forza nazionale: il Governo avrà una logica collegiale su dossier come zona franca, rappresentanza europea e concessioni idroelettriche. Nessun partito, da solo, può garantire il rapporto con Roma.»

«La nostra scelta di uscire dalla coalizione con Forza Italia e Insieme-Ensemble è stata tacciata di incoerenza - ha affermato la Consigliera Eleonora Baccini (La Renaissance) - ma il nostro programma elettorale si proponeva di dare una forte discontinuità rispetto agli ultimi cinque anni di governo unionista e di sinistra. Oggi, invece, paradossalmente, le stesse persone che hanno firmato questo impegno solenne per la discontinuità si ritrovano in maggioranza con chi hanno promesso di contrastare, ricoprendo addirittura cariche apicali. E allora chi è incoerente? Siamo stati costretti a prendere le distanze dalla scelta di Forza Italia perché la loro scelta non corrisponde al progetto che si era pattuito con tutto il centrodestra per poter dare vita a un vero cambiamento. Un altro aspetto che necessita di una sottolineatura è quello legato al ruolo della donna in politica. C’è un preconcetto subdolo che vuole che dietro a ogni decisione presa da una donna ci sia una regia maschile.»

«Oggi, dopo sei anni e sette mesi - ha dichiarato il Consigliere Marco Sorbara (FI) - rientro in quest’Aula, cuore della nostra democrazia valdostana. Rientro dopo un tempo in cui mi è stato tolto tutto: libertà, ruolo, dignità, fiducia. Un’ingiustizia mi ha attraversato l’anima, ma non ha piegato il mio spirito. Non è una vittoria personale, ma la testimonianza che la giustizia, quando arriva, restituisce dignità a una comunità intera. In questi anni ho imparato che la politica non è privilegio ma servizio, e oggi sento più che mai il valore di rappresentare Forza Italia in quest’Aula che ha sempre creduto nella libertà e nella giustizia giusta. Rientro con un bagaglio umano fatto di dolore e speranza, perché la politica deve essere cuore, ascolto e verità. Il mio impegno sarà trasformare la mia storia in una forza utile alla collettività: dare voce a chi non l’ha, restituire fiducia e speranza. Sarà una politica di dialogo, non di scontro, perché il rispetto è il primo passo per servire i cittadini e la vera forza sta nell’ascoltare con equilibrio.»

«Oggi segniamo una svolta storica per la Valle d'Aosta: per la prima volta l'UV si allea organicamente con una forza di centrodestra nel governo regionale - ha sottolineato il Capogruppo di Forza Italia, Pierluigi Marquis -. Questa decisione nasce da una precisa responsabilità politica: avremmo auspicato un governo di centro destra ma non c’erano i presupposti. Ci siamo sempre dichiarati alternativi alla sinistra, perché abbiamo una visione diversa e riteniamo che molte delle difficoltà degli ultimi anni derivino dalla politica del "no" che ha spesso bloccato soluzioni per la nostra comunità. Il nostro programma è sovrapponibile su molti punti a quello presentato dall'UV, e quindi, abbiamo scelto la via della responsabilità. Sarebbe stato più semplice fare opposizione, ma noi siamo una forza di governo e i nostri elettori ci votano per amministrare. La vera posta in gioco sono i grandi dossier che necessitano di un dialogo competente con il Governo nazionale. Forza Italia VdA si rende protagonista con la sua presenza a Roma, la sua appartenenza al Partito Popolare europeo e la sua esperienza di governo.»

Per il Capogruppo dell’Union Valdôtaine, Aurelio Marguerettaz, «il problema dell’affluenza è trasversale a tutte le regioni, ma in Valle d’Aosta il 62% dei votanti dimostra un dato superiore alla media nazionale. Siamo davvero sicuri che le proposte elettorali siano così lontane dalla gente? Nel sistema maggioritario, dove si dice che “sceglie il cittadino”, l’affluenza cala di dieci punti: in realtà, a scegliere sono le segreterie dei partiti. Qui, invece, con il proporzionale, la scelta resta ai valdostani. Il nostro sistema elettorale è assolutamente democratico. Queste elezioni hanno consegnato un risultato straordinario: una maggioranza autonomista, una regione rosso-nera, che vuole governare dialogando. L’accordo con Forza Italia è una base di partenza utile al dialogo con le forze nazionali e che non deve essere ristretto: apprezzo le aperture di Fratelli d’Italia e cercheremo di aprire un dialogo con tutti i partiti animati da buona volontà.»

«La rottura storica tra forze autonomiste e PD è un evento a cui noi sicuramente plaudiamo - ha dichiarato il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin -. Il Consigliere Testolin potrà quindi dirsi orgoglioso di essere etichettato come il Presidente di una regione di centro destra. L'accordo siglato tra UV e FI ha un valore assolutamente relativo, considerato quello sottoscritto con tanti spergiuri da Forza Italia con le altre forze di governo regionale e poi disatteso. Inoltre molti temi trattati nel documento non hanno come Ministro di riferimento un rappresentante di Forza Italia e nessuno può parlare per la Lega. I dossier di competenza del nostro partito andranno discussi con la Lega senza intermediazioni da parte di altre forze politiche e non con chi si è riempito la bocca di "centro-destra" per poi rinnegarlo a poche settimane dal voto.»

«Abbiamo governato cinque anni dentro una coalizione autonomista-progressista che non si è mai tirata indietro di fronte alle difficoltà e che ha lavorato con sobrietà e responsabilità, guidando la ripartenza dopo il Covid-19 - ha dichiarato il Capogruppo di FP-PD, Jean-Pierre Guichardaz -. Crediamo di aver fatto, insieme alla maggioranza, un buon lavoro, puntando su scuola, merito e progettualità. L’Union ha deciso di sostituire i tre eletti di PD-FP con tre di FI: è una scelta puramente politica e contraddittoria dopo un lungo periodo di governo insieme. Molti elettori sono delusi: è stata una sorpresa politica e di metodo, perché dopo cinque anni di lavoro comune la decisione è arrivata senza confronto trasparente e poco prima del Comité. L’unità è stata rotta non per una visione diversa, ma per pura logica matematica. Oggi è chiaro che FdI e Lega non resteranno spettatori, mentre l’UV si appoggia sulla forza più fragile del governo nazionale. L’accordo con FI è un fragile pretesto per una svolta a destra senza precedenti. Continueremo noi tre a lavorare per la Valle d’Aosta, con la schiena dritta e senza timori.»

red.

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