Certe volte la politica valdostana sembra un ballo di società, di quelli dove tutti cambiano partner al suono di una nuova musica. Stavolta a guidare il valzer è stata Forza Italia, che — dopo essersi presentata alle regionali con la coalizione di centrodestra — ha deciso di entrare nella nuova maggioranza regionale insieme all’Union Valdôtaine e agli Autonomisti di Centro.
Una “svolta storica”, la definisce con entusiasmo la segreteria azzurra, riunitasi in una sala gremita e unanime. A siglare l’accordo, nientemeno che Maurizio Gasparri, in trasferta alpina per mettere la firma di Forza Italia accanto a quella di Joël Farcoz per l’Union. Tutto per “un più stretto raccordo con il Governo” e per “portare risultati concreti ai valdostani”.
Tradotto dal linguaggio diplomatico: Forza Italia entra in giunta, porta a casa un po’ di visibilità, e si accredita come la voce “governativa” dentro il castello autonomista. In fondo, dicono gli azzurri, il programma della nuova maggioranza “ricalca in gran parte quello del centrodestra”. Insomma: siamo dentro, ma non abbiamo tradito.
Dall’altra parte del tavolo, Rassemblement Valdôtain e Stella Alpina si sono riuniti a loro volta per benedire il “percorso di convergenza autonomista” verso la formazione della nuova maggioranza. Tutto bene, se non fosse che nel frattempo Pour l’Autonomie di Marco Carrel, assessore uscente, si è alzato e se n’è andato, lasciando il tavolo e, pare, anche un certo malumore.
Il comunicato dei due movimenti è asciutto ma chiaro: “Prendiamo atto dell’abbandono del tavolo da parte di Pour l’Autonomie” e “riteniamo necessario proseguire il percorso”. In altre parole, gli autonomisti “di centro” restano al governo… ma senza Pour l’Autonomie, che pure li aveva lanciati nella scorsa tornata elettorale.
A completare il puzzle entra anche Azione Valle d’Aosta, che aveva condiviso la lista con gli Autonomisti di Centro alle scorse elezioni. Un segnale di continuità, dicono. Anche se, a guardarla da fuori, la continuità somiglia piuttosto a un cambio d’insegna sulla porta: dentro restano gli stessi, ma con alleati nuovi e un logo più comodo per la prossima foto di famiglia.
In tutto questo, resta da capire che cosa penseranno gli elettori — quelli del centrodestra che ora vedono i loro candidati entrare in maggioranza con l’Union, e quelli di Pour l’Autonomie che hanno votato per un progetto “autonomista” ora traslocato altrove. Ma si sa: in Valle, i confini tra “autonomismo” e “governismo” sono sottili come la nebbia di novembre sulla Dora.
Il vero capolavoro, alla fine, è semantico: Forza Italia parla di “leale collaborazione con lo Stato”, mentre gli Autonomisti di Centro e gli alleati parlano di “blocco autonomista”. Due lingue diverse, un solo obiettivo: restare in maggioranza.
E così, tra una firma di Gasparri e un abbandono di Carrel, il nuovo governo regionale prende forma. Chissà se, nella prossima riunione, qualcuno proporrà di cambiare il nome in “Union Valdôtaine Unita con Tutti”. Sarebbe almeno un po’ più sincero.





