Il calo del tasso di inflazione dipende soprattutto dal rallentamento, su base tendenziale, dei prezzi degli energetici regolamentati (da +13,9% a –0,8%), degli alimentari non lavorati (da +4,8% a +1,9%) e, in misura minore, di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,0%).
Tali effetti sono solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,1% a +3,3%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona — cioè il cosiddetto “carrello della spesa” — decelerano (da +3,1% a +2,3%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +2,3%).
Superiori all’indice generale restano invece le voci relative ai servizi ricettivi e di ristorazione, che aumentano del +3,8%; i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, +2,7% rispetto a ottobre 2024; l’istruzione, +1,5%; e i servizi sanitari e le spese per la salute, anch’essi a +1,5%.
Marcato è invece il calo delle comunicazioni (–5,1%).
L’altra voce in flessione è quella di abitazione, acqua, elettricità e combustibili (–1,9%).
Su base mensile, rispetto a settembre, i prodotti alimentari aumentano dello +0,2% e l’istruzione dello +0,6%.
Commenta l’Istat:
“A ottobre 2025, secondo le stime preliminari, l’inflazione rallenta sensibilmente, scendendo a +1,2% (appena al di sotto del valore di fine 2024).
La decelerazione risente del marcato ridimensionamento del ritmo di crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,9% da +4,8%) e del calo di quelli degli energetici regolamentati (–0,8% da +13,9% a settembre).
In rallentamento anche la crescita su base annua dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+2,3% da +3,1%), mentre l’inflazione di fondo rimane invariata (+2,0%).
Il tasso di inflazione acquisito a ottobre, calcolato sulla base dei dati provvisori, si attesta al +1,6%.”





