CRONACA - 03 novembre 2025, 19:07

Cappellani più giovani in divisa: cambia l’accordo tra Santa Sede e Italia

Entrano in vigore oggi, 3 novembre, le modifiche all’intesa del 2018 sull’assistenza spirituale nelle Forze armate: età minima abbassata a 25 anni, aboliti i limiti massimi e ridotti gli anni di servizio richiesti per la stabilizzazione

Cappellani più giovani in divisa: cambia l’accordo tra Santa Sede e Italia

Da oggi l’assistenza spirituale nelle Forze armate italiane cambia volto. Con l’entrata in vigore delle modifiche all’Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 13 febbraio 2018, la figura del cappellano militare si rinnova all’insegna della flessibilità e del ricambio generazionale.

L’intesa emendativa – siglata con scambio di lettere a Roma il 12 novembre 2024 e nella Città del Vaticano il 23 dicembre dello stesso anno – introduce infatti importanti novità: l’età minima per essere nominati Cappellani militari di complemento passa da 28 a 25 anni, mentre viene eliminato il limite massimo di 40 anni, aprendo così il servizio anche a sacerdoti più maturi.

Un altro intervento significativo riguarda la riduzione del periodo di servizio continuativo necessario per accedere al grado di Cappellano militare addetto in servizio permanente, che passa da cinque a due anni. Cade anche in questo caso il vincolo dell’età massima, finora fissato a 45 anni.

La riforma tocca inoltre la disciplina della cessazione dal complemento dei cappellani militari: dopo due anni di servizio continuativo, chi non risulterà idoneo a giudizio dell’Ordinario militare sarà collocato in congedo assoluto, con la possibilità di reintegro solo in casi particolari.

L’obiettivo, spiegano fonti vaticane, è quello di “rendere più agile e coerente con i tempi moderni” la presenza dei cappellani nelle strutture militari, mantenendo intatto il principio della collaborazione tra Stato e Chiesa per l’assistenza religiosa al personale delle Forze armate.

Un segnale, dunque, di aggiornamento e apertura, in linea con la tradizione concordataria ma anche con l’evoluzione del ruolo pastorale nelle istituzioni militari italiane.

red/cro

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