CRONACA - 31 ottobre 2025, 16:40

La “Memoria” nel Cimitero di Sant’Orso

Gli alunni delle scuole elementari a lezione nella storica dimora dei Caduti

Tra le Autorità intervenute...Alpino on. Franco Manes, Sindaco Raffaele Rocco, Assessori Marco Gheller e Aline Sapinet, il Colonnello Davide Dal Maso.

Tra le Autorità intervenute...Alpino on. Franco Manes, Sindaco Raffaele Rocco, Assessori Marco Gheller e Aline Sapinet, il Colonnello Davide Dal Maso.

Mancano pochi minuti alle undici del mattino di venerdì 31 ottobre.
In silenzio, con lo sguardo curioso di chi per la prima volta varca il cancello del Cimitero di Sant’Orso, due classi delle vicine scuole elementari fanno il loro ingresso in questo luogo di culto, custode di storie che le maestre, nei giorni precedenti, hanno cominciato a raccontare.

Sono trentadue, ragazze e ragazzi, accompagnati dalle insegnanti Francesca Mammoliti, Elisa Tournoud, Sylvie Cottino, Valentina Ndoja e Letizia Sandretto. Sono stati loro i protagonisti della cerimonia che la Sezione valdostana dell’ANA organizza ogni anno con il Gruppo Aosta, per rendere onore ai soldati che riposano nel più prezioso angolo cittadino della Memoria.

È stata la cerimonia che precede quelle istituzionali del 2 e del 4 novembre e, come sempre, nutrita è stata la partecipazione di vessilli, gagliardetti e insegne. Il vessillo della Sezione valdostana era scortato dal presidente Carlo Bionaz, accanto a tantissimi gagliardetti e alla bandiera tricolore. Quindi il labaro dell’UNUCI, quello dell’Istituto del Nastro Azzurro, la delegazione delle Guardie d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon e l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Il capogruppo dell’Aosta, Carlo Gobbo, ha quindi intrattenuto i ragazzi, portandoli a capire — attraverso divertenti metafore — quanto sia importante il valore della Memoria. Una parola semplice per noi adulti, ma che per i più giovani aveva bisogno di essere parafrasata, per meglio assimilare il concetto di memoria del passato.

Prima di iniziare la cerimonia, c’è stato anche il giusto spazio per dare ai ragazzi alcune notizie storiche sul Cimitero di Sant’Orso, attirando la loro attenzione su alcuni nomi di persone che riposano all’ombra di piante secolari.

Come sempre, la curiosità delle ragazze è stata attratta dal sepolcro di Émilie Argentier, la giovane sedicenne che nel 1939 salì in vetta al Monte Emilius accompagnata dal canonico Georges Carrel. Con molta semplicità e stupore Letizia aveva osservato: “Ma allora questa ragazza aveva scalato con le gonne lunghe?”. Coraggio e temperamento premiati, chiamando la vetta con il suo nome — al maschile.
“Perché?”, chiedeva Antonella... Già, perché?

I ragazzi invece si sono soffermati davanti alla lapide di Innocenzo Manzetti, al quale, senza ombra di dubbio, va il merito delle scoperte che poi permisero di realizzare il primo telefono.
“A casa mio nonno, per telefonare, deve ancora fare il numero girando il disco,” diceva Luigi, “mentre noi oggi abbiamo i cellulari. Un progresso incredibile dalla metà dell’Ottocento!” Bravo!

Una lezione all’aperto sulla Memoria, perché possiamo e dobbiamo portare i nostri ragazzi nella realtà della vita. Dobbiamo essere sempre più accanto a loro: sono il nostro futuro, la nostra speranza e il nostro orgoglio. Sono loro che dovranno raccogliere il nostro testimone, portando avanti quelli che sono i messaggi degli Alpini: il rispetto, la solidarietà, l’amore e il senso del sacrificio per il bene comune.

Dopo gli onori istituzionali e gli inni, sono stati letti i nomi dei soldati.
“Scandendo il loro nome,” ricordava Carlo Gobbo, “per un attimo li facciamo rivivere, li abbracciamo, ringraziandoli per il loro sacrificio.”

Il presidente Carlo Bionaz ha poi consegnato a tutti i ragazzi un libretto a fumetti con la storia degli Alpini:
“Cari ragazzi, avete visto i nostri cappelli con la penna. Ricordatevi che gli Alpini sono sempre accanto a voi e, se per caso avete bisogno di aiuto e vedete un cappello con una penna, non esitate a venirci incontro. Troverete sempre un abbraccio e una parola di conforto!”

La visita è poi proseguita con le guide degli “Amici del Cimitero di Sant’Orso”, tutti collaboratori della professoressa Iris Faval, che da anni cura la conservazione e il decoro del cimitero.

Su ogni tomba, fiori colorati e una luce intensa, brillante. Colori vivi che danno un senso di incredibile quiete a questo luogo dove, in silenzio, riposano donne e uomini del nostro passato, della nostra storia.

pi/cg

SU