Giuramenti senza governo, alleanze da laboratorio e sindaci in trincea contro le antenne. La nuova legislatura valdostana si apre tra fughe tattiche, trattative infinite e un déjà-vu che profuma di vecchio potere riciclato.
Con la convalida e il giuramento dei 35 consiglieri neoeletti, si è aperta la 17ª legislatura del Consiglio regionale della Valle d’Aosta. A presiedere la seduta inaugurale, il decano Mauro Baccega (Forza Italia) esperto nel cambio partito, con accanto il più giovane dell’aula, Leonardo Lotto (Autonomisti di Centro), in veste di segretario. Un passaggio solenne, ma durato meno di un pranzo veloce: il tempo della convalida, poi la riunione è stata sospesa perché Union Valdôtaine e Autonomisti di Centro hanno lasciato l’aula al momento dell’elezione del Presidente del Consiglio, facendo mancare il numero legale.
La nuova stagione politica è iniziata così: con la fuga. Non simbolica, ma letterale.
Il “partito della sedia vuota” ha vinto la sua prima battaglia tattica, lasciando il regolamento a bocca asciutta e i microfoni muti.
Ora si attende una nuova convocazione per eleggere il Presidente del Consiglio, il Presidente della Regione e tutta la giunta. Tradotto: settimane di tavoli, sottotavoli, riunioni notturne e telefonate a metà tra l’algebra politica e il poker d’azzardo.
Renzo Testolin, presidente incaricato dall’Union Valdôtaine, ha assicurato che “sette giorni saranno sufficienti” per formare la nuova maggioranza e distribuire le deleghe. Ottimismo da calendario.
In Valle d’Aosta, sette giorni di trattative politiche equivalgono a sette ere geologiche. E quando Testolin dice che “è più una questione di movimento”, si riferisce probabilmente alla danza delle poltrone, più che al dinamismo politico. Infatti le Conseil régional est convoqué en session extraordinaire et urgente mercredi 5 novembre 2025, à 9h00 et les jours suivants, au Palais de l'Administration régionale, place A. Deffeyes, Aoste, dans la salle des réunions du Conseil, pour examiner les objets suivants: 1) Élection du Président du Conseil ;
2) Élection des membres du Bureau du Conseil ; 3) Élection du Président de la Région ; 4) Élection des Assesseurs régionaux ; 5) Nomination des Commissions permanentes du Conseil.
Mentre a Palazzo regionale si discute di equilibri, in Comune ad Aosta il sindaco Raffaele Rocco ha già firmato il decreto di nomina della Giunta. Almeno lì, le sedie sono state riempite.
Una squadra di sette assessori con deleghe chilometriche, che spaziano dalla Cultura all’Agricoltura, passando per le Smart-city e la “Visione Aosta 2040”, un titolo che suona un po’ come un film di fantascienza ambientato tra piazza Chanoux e il ponte di Pietra.
Il sindaco Rocco, tiene per sé il controllo su bilancio, risorse umane, rapporti istituzionali e protezione civile. Una concentrazione di poteri che fa pensare a un “sindaco-factotum”, più che a un regista politico.
Nel frattempo, sul fronte dei territori, i sindaci valdostani alzano bandiera bianca. Il Consiglio permanente degli enti locali (Cpel) ha ribadito la sua “preoccupazione” per l’impossibilità di gestire davvero il proprio territorio dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione a Inwit contro il Comune di Arnad.
In pratica: le antenne di telefonia mobile si possono installare quasi ovunque, anche se il Comune dice no. L’autonomia locale, tanto sbandierata, si riduce a una formalità protocollare.
“Non possiamo più decidere nemmeno dove finisce il segnale e comincia la montagna”, ha commentato amaramente un sindaco (fuori verbale, ça va sans dire).
E così, tra autonomie limitate e maggioranze in costruzione, la Valle d’Aosta vive un nuovo paradosso: tutti parlano di autogoverno, ma nessuno riesce a governare davvero.
Aula Consiglio (ph. Uff.stampaCons.Valle)
La XVII legislatura nasce tra sospensioni, trattative e dichiarazioni d’intenti. I cittadini aspettano risposte, ma per ora l’unico atto concreto è la fuga dall’aula.
Autonomia sì, ma solo se non disturba le antenne, le alleanze o il calendario delle ferie politiche.





