C’è un filo invisibile che lega i volti, le mani, i gesti silenziosi di chi dona. Un filo fatto di altruismo, empatia e senso di comunità. È questo il tema che anima la mostra fotografica “Il volto del donatore di sangue”, promossa dalla FIDAS Valle d’Aosta e presentata martedì 11 novembre, alle ore 17, nella Sala Hôtel des États del Comune di Aosta. Dodici ritratti, dodici storie e dodici pensieri per raccontare il valore del dono del sangue e del plasma.
L’iniziativa, sostenuta dalla Regione Valle d’Aosta nell’ambito della Legge Regionale 29/2023, è nata dall’entusiasmo dei donatori valdostani che hanno prestato il proprio volto al progetto: Demis Martinis, Davide Coletta, Giuliana Bordigoni, Germano Carmelo Maria Fasola, Roberta Fanti, Giuseppe Grassi, Arianna Sgarbos, Anna Mele, Vittoria Azzurra Platì, Alessandra Fialho, Marianne Allain e Severino Cubeddu.
L’obiettivo, come spiega Rosario Mele, presidente regionale della FIDAS, è quello di “trasmettere emozioni e testimonianze che parlino di vicinanza, di amore verso l’altro. I volti dei donatori sono ponti che uniscono coscienze e tengono insieme la comunità”. Ogni fotografia, accompagnata da un titolo e da un pensiero personale, costruisce un percorso visivo e narrativo che invita a riflettere sul significato profondo del volontariato.
A firmare gli scatti è Salvatore Papale, volontario e fotografo per passione, che ha donato tempo e professionalità trasformando la sede Fidas “San Michele Arcangelo” di via Lucat in uno studio di emozioni condivise. “Durante lo shooting — raccontano gli organizzatori — la magia del dono si è riflessa nei sorrisi e negli sguardi, diversi ma accomunati da una stessa generosità”.
Alla presentazione interverranno, oltre a Papale, Roberta Fanti e Anna Mele, ideatrici dell’iniziativa, Patrizia Carradore, referente del Gruppo Donne Fidas, e lo stesso Rosario Mele. La mostra, patrocinata dal Comune di Aosta, sarà visitabile a ingresso libero dall’11 al 18 novembre, ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17, compresi sabato e domenica.
Ogni visitatore riceverà un piccolo dono, realizzato dalle volontarie Anna e Roberta, come segno di gratitudine e continuità del messaggio. Un gesto simbolico che richiama le parole di Khalil Gibran: «Un dono è un’eco d’amore che si espande».
Nel volto di chi dona c’è molto più di una goccia di sangue: c’è la luce di una comunità che sceglie ogni giorno di essere umana, solidale e viva.





