CRONACA - 28 ottobre 2025, 08:28

Viaggi d’istruzione, diritti in valigia

Il Coordinamento nazionale docenti denuncia le condizioni di lavoro e l’assenza di tutele per gli insegnanti accompagnatori: “Non si può chiedere una responsabilità illimitata senza alcun riconoscimento economico”.

Viaggi d’istruzione, diritti in valigia

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) lancia un allarme: la figura del docente accompagnatore nei viaggi d’istruzione è giuridicamente esposta e professionalmente non tutelata.
Un paradosso, se si pensa al valore formativo e umano di queste esperienze.

«Le gite scolastiche sono parte integrante del percorso educativo», spiega il presidente del CNDDU, prof. Romano Pesavento. «Eppure, chi le rende possibili si trova senza indennità, senza copertura assicurativa adeguata e con una responsabilità che non conosce orari né limiti».

Il riferimento normativo è chiaro: il D.Lgs. 297/1994 e i contratti collettivi riconoscono le uscite didattiche come attività funzionali all’insegnamento. Tuttavia, durante i viaggi, i docenti sono soggetti a un obbligo di vigilanza permanente, sancito dall’articolo 2048 del Codice Civile e dal principio di culpa in vigilando.

«Si tratta di una responsabilità che si estende alle ore notturne, ai momenti di riposo, a ogni fase del viaggio», sottolinea Pesavento. «Un carico sproporzionato rispetto a qualsiasi altra mansione, privo di riconoscimento economico. È giuridicamente e moralmente insostenibile».

A questa distorsione si aggiunge un effetto collaterale che colpisce direttamente gli studenti: molti viaggi vengono cancellati perché non si trovano più docenti disposti ad accompagnare le classi. «In diverse scuole – racconta Pesavento – i ragazzi restano a casa non per mancanza di fondi, ma perché nessun insegnante se la sente di affrontare una responsabilità così grande senza alcuna tutela. È un segnale preoccupante: la disattenzione verso i diritti dei docenti finisce per privare gli alunni di un’importante occasione di crescita e socialità».

Il CNDDU ricorda anche che l’articolo 36 della Costituzione tutela il diritto del lavoratore a una retribuzione proporzionata e sufficiente, mentre l’articolo 2087 del Codice Civile obbliga il datore di lavoro – in questo caso lo Stato – a garantire l’integrità fisica e morale dei dipendenti.

«Qui siamo davanti a una prestazione professionale non retribuita», denuncia Pesavento. «È una violazione dei principi di equità e dignità del lavoro pubblico».

Per questo il Coordinamento rivolge un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, chiedendo l’apertura urgente di un tavolo tecnico. L’obiettivo: ripristinare un compenso specifico e definire un regime di responsabilità chiaro, accompagnato da una copertura assicurativa statale estesa a tutte le fasi del viaggio.

«Riconoscere l’impegno dei docenti accompagnatori non è una concessione – conclude Pesavento – ma un atto dovuto. La passione educativa non può continuare a supplire alle carenze di un sistema che deve tornare a garantire legalità, giustizia e rispetto del lavoro».

red/spe

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