La recente sentenza del Consiglio di Stato (n. 7882/2025), che ha accolto il ricorso della società INWIT contro il Comune di Arnad in merito al posizionamento di una stazione radio base per la telefonia mobile, riaccende un tema tanto tecnico quanto politico: il potere effettivo dei Comuni nella pianificazione del proprio territorio di fronte alla crescente pressione delle infrastrutture digitali.
Il CPEL – Consiglio permanente degli enti locali della Valle d’Aosta – ha preso posizione con una nota ufficiale, ribadendo la preoccupazione dei sindaci per “l’impossibilità di esercitare appieno la funzione di gestione e tutela del territorio”. In sostanza, la decisione del Consiglio di Stato ha confermato la prevalenza della normativa nazionale sulle telecomunicazioni (d.lgs. 259/2003 e successive modifiche) rispetto alle prerogative urbanistiche locali, limitando la possibilità per gli enti di intervenire sulla localizzazione delle antenne.
“Si rischia una sorta di commissariamento tecnico del territorio – osservano alcuni amministratori – dove le società di telecomunicazione possono operare senza un reale confronto con le comunità locali.”
La questione non riguarda solo Arnad: in tutta Italia sono sempre più numerosi i contenziosi tra Comuni e operatori telefonici, in un contesto regolatorio che tende a privilegiare la rapidità degli investimenti in reti 5G rispetto alle istanze locali di tutela ambientale e paesaggistica.
In Valle d’Aosta, dove la conformazione orografica e la sensibilità paesaggistica rendono ogni installazione più impattante, il tema assume un valore particolare.
Il CPEL chiede “approfondimenti nelle sedi competenti” per riequilibrare il rapporto tra i poteri dello Stato e quelli degli enti locali. Si tratta, in sostanza, di riaprire un confronto politico con il Governo e con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) su un principio: l’autonomia amministrativa non può essere ridotta a un ruolo puramente formale.
Il caso valdostano è emblematico di un dilemma che attraversa l’intero Paese: come conciliare il diritto alla connettività con quello all’autogoverno territoriale. Le esigenze di potenziamento della rete mobile, in vista della copertura 5G integrale entro il 2030, si scontrano spesso con vincoli ambientali e paesaggistici che, nelle aree di montagna, sono più stringenti.
In questo scenario, i sindaci si trovano “in mezzo al guado”: da un lato la pressione per garantire servizi digitali adeguati a cittadini e imprese, dall’altro la necessità di tutelare il paesaggio e la salute pubblica, spesso in assenza di strumenti normativi aggiornati.
“Non è una battaglia contro la tecnologia – spiegano dal CPEL – ma per riaffermare il principio di leale collaborazione tra livelli istituzionali.”
A livello nazionale, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) sta preparando un documento di proposta per chiedere una revisione del Codice delle comunicazioni elettroniche, affinché i pareri comunali non siano ridotti a mere formalità.
La Valle d’Aosta, forte della sua autonomia statutaria, potrebbe assumere un ruolo di apripista, promuovendo un tavolo tecnico tra Regione, CPEL e operatori di settore per definire linee guida condivise sulle localizzazioni delle antenne.
Un segnale politico, ma anche culturale: ricordare che l’innovazione digitale non deve passare sopra i campanili, ma dialogare con essi.
La presa di posizione del CPEL non è un atto difensivo, ma un richiamo identitario.
In un momento in cui la transizione digitale tende a centralizzare procedure e decisioni, la Valle d’Aosta ribadisce che l’autonomia non è un ostacolo allo sviluppo, bensì la sua condizione naturale. Difendere il diritto dei Comuni a dire dove e come installare un’antenna significa riaffermare una cultura politica che mette il territorio davanti all’interesse di rete, il paesaggio davanti al profitto, la comunità davanti all’algoritmo.
E forse, proprio da un piccolo Comune come Arnad, arriva una lezione di grande attualità: un’autonomia che non esercita la propria voce nel dialogo con lo Stato, finisce per parlare soltanto con le antenne.





