La montagna respirava freddo quella notte, e ogni alito di vento sembrava sferzare più forte tra le baite silenziose. A 2200 metri, quattro escursionisti si erano ritrovati intrappolati tra la neve alta e la porta chiusa del locale invernale del Rifugio Elisabetta. Il termometro non c’era, ma il gelo si sentiva in ogni ossa, mentre la nevicata continuava senza sosta, avvolgendo tutto in un silenzio ovattato e minaccioso.
La chiamata alla Centrale Unica del Soccorso ha acceso subito il motore dei soccorsi, ma l’elicottero non poteva decollare. Così, tra slitte di fortuna, scarponi che affondavano nella neve e il vento che cercava di sbarrargli la strada, tecnici del Soccorso Alpino Valdostano, soccorritori Sagf e Vigili del Fuoco hanno marciato verso i quattro bloccati, come figure emergenti da un quadro di tempesta.

Gli escursionisti, provati dal freddo ma ancora lucidi e determinati, si erano rifugiati vicino a qualche baita, cercando di resistere all’assalto della notte alpina. Quando la squadra li ha raggiunti, la tensione si è sciolta in un sospiro di sollievo. Ogni passo verso Courmayeur era un trionfo contro la neve e il vento, un ritorno alla civiltà dopo ore di lotta silenziosa contro gli elementi.
La montagna, quella stessa mattina, si mostrava ancora implacabile ma magnanima: quattro vite salvate grazie alla prudenza, alla preparazione e al lavoro instancabile di chi conosce ogni piega dei sentieri e ogni capriccio del tempo.





