Ci hanno detto di stare zitti.
Ci hanno suggerito di “abbassare i toni”.
Ci hanno spiegato — con quella voce melliflua del potere — che la libertà di stampa è sacra, purché non disturbi.
Ebbene, disturberemo.
Perché La Velina Rossonera e Arcobaleno non muore: cambia pelle, si libera dalle catene e diventa Le Cagnard Déchaîné, l’anatra che non ha paura di starnazzare dove gli altri tacciono.
Le nostre “Betoneghe” hanno scelto il silenzio, costrette dalle minacce e dagli “avvertimenti” che oggi, nel cuore della Valle d’Aosta, ricordano più la censura che il confronto civile. A loro va il nostro rispetto e il nostro affetto: hanno pagato sulla propria pelle la verità di una frase antica — la libertà di parola non è gratis.
Ma ogni volta che si prova a zittire una voce, ne nascono cento altre.
E così entra in scena Le Cagnard Déchaîné, il papero satirico più temuto del panorama valdostano, armato non di piume ma di penna, non di livore ma di ironia.
Rideremo, sì — ma non di tutti.
Solo di chi usa il potere come scudo, la menzogna come mestiere e la paura come metodo.
Rideremo per difendere il diritto di dire, di pensare, di criticare.
Rideremo perché non vogliamo tacere.
Perché chi tace, consente.
E noi, di certe complicità, non vogliamo far parte.
Benvenuti a Le Cagnard Déchaîné: hebdomadaire de défense de la vérité.
La satira torna a volare libera. E, credeteci, morde più forte di prima.





