C’è chi dice che la Valle d’Aosta sia un film a cielo aperto. E in effetti, da fine ottobre, lo sarà davvero. Tra un episodio di Bridgerton e una partita su Sky Sport, gli spettatori di Torino, Milano e della nostra Regione si imbatteranno in una scena diversa dal solito: una tavola tra i prati, volti sorridenti, la luce dorata del tramonto e un brindisi che profuma di fieno e di casa.
È “La cena nelle Alpi”, il nuovo spot firmato Chambre Valdôtaine, che porta la nostra Valle sulle piattaforme streaming più popolari del Paese.
Un film di appena 30 secondi, ma con l’ambizione di raccontare secoli di tradizioni, orgoglio e impresa. «Dietro ogni assaggio c’è una storia» commentano Roberto Sapia, presidente della Chambre, e il regista Davide Bongiovanni, anima creativa della società Arsenale. «La Valle d’Aosta non offre solo cibo, ma anche professionalità, valori e passione.»
Lo spot — presentato ufficialmente il 15 ottobre ad Aosta — è il volto visivo del progetto “La VdA non si ferma”, sostenuto dal fondo di perequazione di Unioncamere nazionale per aiutare le imprese colpite dalle alluvioni del 2024.
Un titolo che sa di promessa mantenuta: la Valle, anche quando si piega, non si ferma. Anzi, rilancia.
La campagna nasce con un obiettivo concreto: portare dentro le case italiane l’immagine di una Valle d’Aosta che produce, innova e accoglie.
Un luogo dove l’eccellenza non è un’etichetta da fiera, ma «un modo di vivere e di fare impresa», sottolinea Sapia.
Con “La cena nelle Alpi”, la Chambre inaugura anche una nuova stagione comunicativa. Il progetto ha permesso di realizzare due video promozionali, un ampio repertorio fotografico e una banca dati audiovisiva che alimenterà la futura strategia digitale dell’Ente.
Da qui a fine anno, arriveranno anche i canali ufficiali su YouTube, LinkedIn, Instagram e Facebook, a completamento del sito e dei profili istituzionali già attivi.
E non finisce qui. Il secondo filmato, “Il sapore della vittoria”, racconta — con ritmo da documentario industriale e cuore contadino — le filiere agroalimentari valdostane, protagoniste di una sfida quotidiana tra tradizione e futuro.
La scena è semplice: una tavola apparecchiata tra i prati della Valdigne, ai piedi del Monte Bianco, amici che si incontrano, piatti che parlano da soli. Ma dietro ogni dettaglio c’è un messaggio preciso: la Valle d’Aosta non è solo da ammirare, è da gustare, da toccare, da vivere.
Una narrazione “umana”, che trasforma i produttori in attori del proprio racconto.
«Una delle soddisfazioni più grandi — spiega Sapia — è stata la risposta delle imprese, che hanno aderito con entusiasmo. Dalla location messa a disposizione dallo chef Agostino Buillas, alla partecipazione diretta dei produttori, tutto si è trasformato in un momento di collaborazione, amicizia e orgoglio comune.»
E conclude: «Questi progetti dimostrano che unendo le forze si può costruire una comunicazione autentica, capace di raccontare la Valle con la voce dei suoi protagonisti.»
Insomma, la Valle d’Aosta non si accontenta più di essere cornice: vuole stare dentro la storia.
E se un tempo la promozione passava per le fiere o le brochure patinate, oggi passa dallo schermo — quello grande, quello globale.
Perché, in fondo, la nostra piccola regione ha sempre avuto il talento di fare le cose in grande. Anche in 30 secondi.





