Stimatissimo Direttore,
La problematica del rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent mi ha impegnato parecchio, specificando – per mio diletto – in primis nella ricerca del trend relativo alla quantità, alla qualità e all’incidenza dei singoli giochi sul totale dei ricavi.
Sono poi passato ad esaminare le quote di mercato e il rapporto delle presenze con il ricavato dei giochi da tavolo e delle slot.
Credo che quest’ultima operazione sia da considerare, bene inteso non unicamente, quale indice della qualità relativa alla frequentazione. Se avessi potuto, l’avrei fatta separando i festivi e i prefestivi dai giorni feriali.
Purtroppo, non avendo a disposizione i cosiddetti proventi accessori per gioco (nei totali di bilancio), non mi è stato possibile ampliare il mio impegno in un’indagine che, personalmente, ritengo utile per quanto attiene alla verifica del ritorno degli investimenti.
“Il rilancio della Casa da gioco dovrà comunque portare alla parallela valorizzazione dell’intera cittadina termale, in particolare attraverso eventi di respiro nazionale e internazionale, attrattivi per la televisione sulla base di quanto già attuato in passato, che dovrà essere riproposto con nuove formule capaci di coinvolgere e valorizzare il tessuto economico dell’intero territorio.”
Ecco il seguito precedentemente annunciato!
Con queste parole termina il programma elettorale dell’Union Valdôtaine, e sono pienamente d’accordo.
È da qualche tempo che scrivo di rilancio tramite diversificazione non solo dei giochi ma anche di eventi mirati.
Mi sono permesso di rammentare i tempi delle Grolle d’oro e di altre manifestazioni di richiamo nazionale e internazionale.
Forse erano altri tempi, relativamente alla situazione economica, ma il rilancio dovrebbe passare dall’adeguamento dell’offerta alla domanda, dal vantaggio dato dalla disponibilità di un complesso alberghiero di lusso e dalla concreta possibilità di offrire servizi alla clientela di qualità ai quali, probabilmente, la concorrenza non può accedere alle stesse condizioni.
Mi sono ritrovato convintamente a sostenere la multifunzionalità, cui aveva fatto cenno l’Amministratore unico: la ritenevo e la considero un ottimo tramite per realizzare – senza un eccessivo peso sul costo del personale – un continuato corso di aggiornamento per il personale addetto al gioco.
Lo scopo era ed è quello di poter usufruire di personale che conosce più giochi, adeguatamente preparato anche e soprattutto dal punto di vista professionale.
Allo stesso modo e tempo, non riesco a comprendere il ricorso a impiegati di gioco “per chiamata” in caso di necessità.
Trattasi di una personale esperienza dopo un discreto lavoro a contatto con la clientela al tavolo della roulette francese e alla cassa di sala e, anche se – come ho già scritto – erano altri tempi, posso garantire che operando come narrato si concorre a fornire un servizio, forse l’unico, che non costa ed è, probabilmente, il più gradito dalla clientela di qualità.
Sicuramente – e non si può nutrire alcun dubbio in merito – uno degli obiettivi della proprietà di una Casa da gioco è costituito, unitamente alle entrate tributarie, dalla valorizzazione del territorio dal punto di vista turistico e dall’occupazione diretta e dell’indotto.
Al termine, non mi rimane che l’augurio di buon lavoro a chi dovrà occuparsi del problema.
Mi auguro sinceramente che il risultato sia frutto della competenza ragionevolmente acquisita dalla consultazione specifica e dagli studi effettuati per risolvere la tematica in discorso, nell’intento di realizzare gli obiettivi indicati.
Lettera firmata
Gentilissimo Lettore
la ringrazio per l’intervento puntuale e per la chiarezza con cui ha saputo trattare un tema complesso come quello del rilancio della Casa da gioco di Saint-Vincent.
Le sue osservazioni, frutto di conoscenza diretta e di un’analisi attenta, offrono spunti di riflessione molto utili per un dibattito che merita di restare aperto.
Condivido l’importanza di una strategia che valorizzi non solo la struttura, ma l’intera cittadina termale, recuperando lo spirito e la qualità che in passato hanno reso Saint-Vincent un punto di riferimento nazionale.
La ringrazio ancora per il suo contributo e per l’impegno con cui continua a seguire con competenza e passione le questioni valdostane.
Un cordiale saluto. pi.mi.





