Aosta Capitale - 19 settembre 2025, 18:20

La città che pedala – I mille benefici della bici ad Aosta

Dalla salute all’economia, dall’ambiente al turismo: la tavola rotonda organizzata da Fiab Aosta à Vélo ha messo in luce i tanti volti della mobilità sostenibile. E con la spinta di Natale Dodaro, Aosta prova davvero a cambiare marcia

Una fase della tavola rotonda

Una fase della tavola rotonda

La bicicletta come motore silenzioso di una rivoluzione che non fa rumore, ma lascia segni concreti su salute, ambiente, turismo ed economia. È questa l’immagine che ha preso forma giovedì 18 settembre nel salone ducale del Municipio di Aosta, durante la tavola rotonda organizzata da Fiab Aosta à Vélo nell’ambito della Settimana europea della mobilità.

«Non saranno mille i benefici della bicicletta, ma sicuramente sono tanti» ha ricordato Natale Dodaro, presidente di Fiab Valle d’Aosta, aprendo i lavori e sottolineando come «la mobilità ciclabile non sia un vezzo ecologista, ma un pezzo di futuro concreto che riguarda tutti, dai giovani agli anziani, dai residenti ai turisti».

I numeri confermano l’intuizione. Corrado Luca Bianca, coordinatore nazionale di Assoturismo-Confesercenti, non ha avuto dubbi: «I dati del 2024 parlano chiaro: 89 milioni di cicloturisti in Italia con un impatto economico di 9,8 miliardi di euro e una crescita del 54% rispetto al 2023. Un turista italiano spende in media 134 euro al giorno, uno straniero quasi 200. È una miniera d’oro, a patto che pubblico e privato facciano sistema».

Un dato che trova eco nelle parole di Jeannette Bondaz, delegata ADAVA per il comprensorio di Aosta: «I turisti che arrivano in bici, o che vogliono noleggiarla sul posto, sono sempre di più. È una clientela attenta, che apprezza i servizi e la qualità del cibo. E soprattutto porta un vantaggio enorme: la destagionalizzazione. Riempiamo i mesi intermedi, quando possiamo proporre offerte migliori. Ma servono investimenti in spazi e infrastrutture: la rete ciclabile di Aosta è già un valore aggiunto, ma va potenziata».

Sul fronte pubblico, Elena Landi, funzionaria del Dipartimento trasporti della Regione, ha ricordato il ruolo fondamentale dei fondi europei: «La Regione ha adottato e ampliato il progetto Boudza-te nato a Charvensod, ha promosso navette per il trasporto bici sotto il Monte Bianco, ha dato impulso alla creazione di velostazioni negli snodi principali. È un investimento che genera ricadute economiche, ambientali e turistiche».

E proprio sull’ambiente si è soffermato Igor Rubbo, direttore generale di ARPA Valle d’Aosta: «La riduzione del traffico veicolare migliora la qualità dell’aria e riduce i gas climalteranti. Ma occorre anche un cambiamento culturale individuale: usare di più piedi, biciclette e trasporto pubblico. Le fake news vanno smentite con i dati scientifici: la bici è un mezzo economico, a zero emissioni, che nelle città congestionate fa pure risparmiare tempo».

La bicicletta come alleata della salute. Bruna Catuzzo, cardiologa dell’ospedale Parini, ha portato dati difficili da ignorare: «Studi su centinaia di migliaia di ciclisti dimostrano che pedalare riduce la mortalità generale, le malattie cardiovascolari, le complicanze del diabete. E basta poco: il tragitto quotidiano casa-lavoro è sufficiente per ottenere benefici. Inoltre, il ciclismo protegge dall’insorgenza di tutti i tipi di demenza».

Il cambiamento è anche culturale. Il laboratorio “Strada facendo”, curato dalle antropologhe Valentina Porcellana e Giulia Mascadri dell’Università della Valle d’Aosta, ha fotografato la percezione della pista ciclabile cittadina: «Abbiamo raccolto osservazioni sui paesaggi, i suoni, le interazioni tra mezzi e persone. Ne è uscita un’immagine sorprendentemente positiva: la ciclabile non è vissuta come un corpo estraneo, ma come parte integrante del tessuto urbano».

A tirare le fila, ancora una volta, Natale Dodaro (nella foto): «Questa è la nostra rivoluzione silenziosa. Non servono proclami, servono piccoli passi concreti. La bicicletta non cambia solo il modo di muoversi: cambia la qualità della vita. E ad Aosta, questa sfida, possiamo davvero vincerla».

pi.mi.

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