ATTUALITÀ POLITICA - 18 settembre 2025, 22:33

Emergency aderisce alle mobilitazioni per Gaza, l’appello al governo italiano

L’ONG chiede interventi immediati per il cessate il fuoco, la fine della collaborazione militare e la sospensione del commercio di armi con Israele, mentre la popolazione civile continua a subire violenza e privazioni

Emergency aderisce alle mobilitazioni per Gaza, l’appello al governo italiano

EMERGENCY si schiera al fianco della società civile italiana, aderendo allo sciopero proclamato dalla CGIL per venerdì 19 settembre, in segno di solidarietà verso i civili intrappolati nella Striscia di Gaza. L’organizzazione torna a lanciare un allarme urgente al governo italiano, affinché agisca senza indugio per fermare i bombardamenti e garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario.

«Da oltre un anno assistiamo a una violenza senza precedenti – dichiara EMERGENCY –. Gaza City è ridotta a macerie, migliaia di persone vivono intrappolate tra bombe e detriti, senza accesso a cibo, acqua o cure. La brutalità è concentrata in pochi chilometri quadrati, senza che vi sia alcun luogo sicuro».

L’ONG è presente sul territorio con una clinica ad al-Qarara, nel governatorato di Khan Younis, dove ogni giorno vengono visitate circa 250 persone, e presso la clinica di medicina di base ad al-Mawasi gestita dall’associazione locale CFTA, che ha garantito oltre 19.000 prestazioni tra novembre 2024 e luglio 2025. Parallelamente, la nave di ricerca e soccorso di EMERGENCY partecipa alla Global Sumud Flotilla, con compiti di osservazione e supporto medico-logistico.

L’appello è netto: «L’Europa non ha adottato azioni concrete per proteggere centinaia di migliaia di civili sotto attacco quotidiano. La Commissione internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha qualificato la situazione a Gaza come “genocidio”».

EMERGENCY invita cittadini e istituzioni a non rimanere inerti, formulando tre richieste precise: attivare immediatamente un impegno diplomatico per il cessate il fuoco; annullare il memorandum di collaborazione militare con Israele; sospendere il commercio di armi verso lo Stato israeliano. «Non vogliamo e non possiamo essere complici di questo massacro», conclude l’ONG, ribadendo che la mobilitazione civile è l’unica via per fare pressione sul governo e ottenere azioni concrete.

pi.mi.

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