Una serie di problemi irrisolti in diverse aziende valdostane, sommati alle criticità di carattere nazionale, hanno acceso i riflettori sul confronto tra organizzazioni sindacali e imprese. È un autunno che si preannuncia impegnativo, fatto di tavoli negoziali, richieste di chiarezza e proteste di lavoratori che non intendono più subire scelte unilaterali.
LIDL: IL TEST DEL 19 SETTEMBRE
Il primo banco di prova sarà la LIDL Italia di Saint-Christophe. Venerdì 19 settembre si terrà un incontro tra le parti per affrontare questioni che da mesi generano tensione: turnazioni rigide, organici insufficienti, organizzazione del lavoro e, soprattutto, sicurezza.
“Abbiamo davanti problemi strutturali che non si possono risolvere con soluzioni tampone. Il tema della sicurezza non è negoziabile”, scandisce Raffaele Statti, segretario della UilTuCs Valle d’Aosta.
Il confronto arriva dopo mesi di scioperi che avevano portato, in primavera, alla chiusura temporanea della filiale di Saint-Christophe. La trattativa per il contratto integrativo è ancora aperta e la riapertura del tavolo dopo la pausa estiva sarà cruciale.
GROS CIDAC: LAVORATORI INQUIETI
Clima teso anche alla Gros Cidac, dove la nuova formula organizzativa introdotta dalla dirigenza ha spiazzato lavoratrici e lavoratori. L’assemblea sindacale convocata per fare chiarezza ha registrato una partecipazione massiccia.
“Non si possono imporre unilateralmente cambiamenti di orario mentre è in corso una trattativa. Così si alimenta solo malessere e sfiducia”, commenta Statti.
I sindacati hanno già inviato un documento unitario con osservazioni puntuali e hanno chiesto l’avvio di un contratto integrativo aziendale. La piattaforma rivendicativa è pronta per essere votata dai dipendenti, segnale che la partita è appena iniziata.
VIGILANZA PRIVATA: CONTRATTO BLOCCATO
Nel settore della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, la vertenza ha un respiro interregionale: la trattativa per il contratto integrativo di Piemonte e Valle d’Aosta è stata sospesa, ma sono stati fissati due incontri, il 17 e il 24 settembre.
“Parliamo di lavoratori che hanno retribuzioni inadeguate e che subiscono le storture di un contratto collettivo nazionale che, a nostro avviso, è incostituzionale. Serve un adeguamento immediato”, ribadisce Statti.
L’auspicio è che gli appuntamenti già calendarizzati possano portare a un esito positivo, ma resta l’incognita della volontà reale delle controparti.
CARREFOUR: L’OMBRA DI NEWPRINCES
Il caso Carrefour si intreccia con dinamiche nazionali e con l’acquisizione del gruppo da parte della NewPrinces di Reggio Emilia. Un passaggio che avrebbe dovuto portare a maggiore chiarezza, ma che al momento genera soltanto incertezza.
“La nuova proprietà continua a rispondere che non può incontrarci perché l’operazione è ancora sottoposta alle verifiche delle autorità competenti. Intanto, in altre regioni emergono gravi difficoltà di franchising nel garantire il pagamento puntuale degli stipendi. È inaccettabile”, denuncia il segretario UilTuCs.
In Valle d’Aosta la situazione non ha ancora assunto i contorni di emergenza visti altrove, ma la reticenza del nuovo gruppo proprietario alimenta preoccupazioni.
Quello che emerge è un filo rosso comune: la necessità di ridare dignità al lavoro attraverso organici adeguati, orari sostenibili, contratti integrativi realmente migliorativi e trasparenza nei processi di acquisizione.
Statti non usa giri di parole: “Non possiamo più accettare che siano sempre i lavoratori a pagare il prezzo delle ristrutturazioni e delle strategie aziendali. Il sindacato è pronto a discutere, ma il tempo dei rinvii è finito”.
La posta in gioco non è soltanto sindacale: riguarda la tenuta economica e sociale dell’intero territorio. La Valle d’Aosta, con il suo tessuto produttivo frammentato e fragile, non può permettersi che il costo della crisi gravi ancora una volta sulle spalle di chi lavora. Qui si gioca anche una partita politica: difendere il lavoro significa difendere l’autonomia e la capacità di una comunità di reggere alle sfide globali.





