ATTUALITÀ POLITICA - 16 settembre 2025, 21:01

Appello che l'Associazione Stampa Valdostana (Asva), sindacato unitario dei giornalisti valdostani, lancia alle forze politiche e ai candidati

Alessandro Mano, presidente dell’Asva: “L’informazione valdostana è fragile, servono regole e incentivi per creare lavoro vero e tutelato. Non finanziamenti a pioggia, ma sostegno all’innovazione e al pluralismo, perché senza giornalisti non c’è democrazia.”

Alessandro Mano

Alessandro Mano

Gentili candidati, 
l’Associazione Stampa Valdostana (Asva), sindacato unico e unitario dei giornalisti valdostani, ormai da alcuni anni avverte segnali preoccupanti che testimoniano le difficoltà del settore dell’editoria, sempre meno propenso a investire sul lavoro giornalistico e quindi sulla qualità dell’informazione e ancora molto cauto nell’avviare significativi processi di innovazione e di sperimentazione dei nuovi media digitali. Lo spettro dell’intelligenza artificiale aleggia nel settore e, anziché essere visto come un’opportunità, rischia di diventare l’ennesimo elemento di “digital divide” tra colleghi giovani e anziani o addirittura lo strumento degli editori per intervenire sull’organizzazione del lavoro. 
È doveroso fare una premessa: l’Asva non è qui a battere cassa, né a chiedere soldi per sé o per il settore editoriale. Vorrebbe invece fornire ai candidati un punto di vista - quello dei giornalisti - nel caso in cui si voglia scegliere una strada virtuosa di sostegno all’editoria. A nostro avviso non servono finanziamenti a pioggia, ma stimoli alle assunzioni, alle stabilizzazioni, alla creazione di redazioni strutturate anziché alla nascita di nuove testate in cui la figura dell’editore, quella del direttore e del redattore coincidono in una sola persona, senza la creazione di alcun posto di lavoro. 
La crisi strutturale dell’editoria tradizionale, che dopo tre decenni di difficoltà non ha trovato ancora una nuova strada per garantire a chi lavora nel mondo dell’informazione condizioni economiche dignitose e un equilibrio con la vita personale, ci pone davanti a uno snodo fondamentale per il futuro della libertà d’informazione e sul diritto dei cittadini – anche valdostani – a essere informati in maniera equilibrata, trasparente e corretta. I giovani che scelgono di intraprendere una carriera nel giornalismo sono sempre meno, i collaboratori esterni ricevono compensi irrisori, chi lavora nelle redazioni ha il principale contratto di lavoro non rinnovato da quasi 10 anni, periodo nel quale l’inflazione ha eroso di oltre il 20 per cento il potere d’acquisto degli italiani. 
A livello nazionale, il calo inarrestabile dei lettori della carta stampata, il crollo degli introiti pubblicitari e l’ancora timido numero di chi sceglie di pagare un abbonamento per informarsi online stanno mettendo in ginocchio le imprese editoriali tradizionali e non consentono ai nuovi media di consolidarsi. I continui stati di crisi nelle aziende del settore provocano un’emorragia di giornalisti, che non sono sostituiti da colleghi giovani. A parere del sindacato, si è sempre più vicini a un punto di non ritorno e per questo, a livello europeo e romano, si sono ipotizzati sostegni al settore. 
In Valle d’Aosta, la situazione sembra più rosea grazie ad alcune iniziative virtuose e a un mercato pubblicitario più vivace, ma le aziende editoriali strutturate si contano sulle dita di una mano, affiancate da molte testate “individuali”. In passato, l’Amministrazione regionale ha contribuito al mantenimento del settore attraverso forme di aiuto agli editori, alcune delle quali all’epoca fondamentali, ma oggi anacronistiche. Siamo di fronte a un sistema dell’informazione piccolo e fragile, frammentato e poco strutturato e proprio per questo più soggetto a condizionamenti e al rischio di chiusura di testate giornalistiche. 
Nel settore degli uffici stampa pubblici, dopo anni di stallo perché dal 2019 non è più possibile applicare contratti privatistici nella Pubblica Amministrazione, la Valle d’Aosta è stata – con l’Alto Adige e il Trentino – tra gli apripista per una nuova contrattazione nel settore pubblico. Ora serve uno sforzo per applicare il contratto a tutti i colleghi impiegati nel settore pubblico, a garanzia del loro lavoro e delle amministrazioni cui i colleghi rispondono. 

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Per questo, ci rivolgiamo alle forze politiche che si candidano a governare la Valle d’Aosta nei prossimi anni, proponendo loro un piano di rilancio del sistema informativo locale capace di stimolare nuove idee imprenditoriali, accompagnare processi di innovazione, anche in una logica di superamento del digital divide e a favore dello sviluppo del mercato giornalistico oggi in stallo. A garanzia di un’informazione autonoma, plurale e professionalmente corretta. Ci rivolgiamo anche ai candidati alle elezioni comunali: i municipi sono il primo luogo in cui si forma la democrazia. 
I punti programmatici su cui chiediamo un’adesione sono: 
1. una revisione complessiva della legge regionale sull’editoria (legge 11 del 2008), che risponda ad alcuni criteri fondamentali: 
a. nel caso di un potenziamento della sua dotazione finanziaria, le risorse vanno erogate solo e soltanto alle aziende che creano posti di lavoro giornalistico retribuito in modo regolare e che prevedono assunzioni di giornalisti in base ai contratti sottoscritti dalla Federazione nazionale della stampa italiana; 
b. un eventuale piano di finanziamento per progetti innovativi, che riguardino la transizione dalla carta ai nuovi media digitali, il rafforzamento delle testate giornalistiche online – anche attraverso assunzioni di giornalisti – e l’avvio di nuovi media, sempre a condizione che si creino posti di lavoro; 
c. una regolamentazione della pubblicità istituzionale della Giunta e del Consiglio regionali, prevedendo che le inserzioni siano commissionate solo a testate con giornalisti assunti con regolari contratti di categoria; 
d. l’apertura di un tavolo di confronto tra Regione, Asva-Fnsi ed editori per l'individuazione di risorse e la definizione di progetti di interesse comune, anche nell'ambito dei fondi nazionali ed europei della politica di sviluppo regionale, con l’obiettivo di creare concrete opportunità di crescita e innovazione per il settore dell'informazione locale, con una particolare attenzione alla formazione e al rafforzamento professionale dei giornalisti, anche in termini imprenditoriali, nei campi dell'innovazione, della produzione dei contenuti digitali e dell'intelligenza artificiale. 
2. l’applicazione del nuovo contratto giornalistico per il comparto unico, sottoscritto tra Regione, Asva-Fnsi e sindacati confederali. È necessario che: 
a. sia avviata – subito dopo le elezioni – la contrattazione decentrata in tutti gli enti del comparto che ancora non l’hanno fatto; 
b. siano indetti i concorsi pubblici per coprire al più presto i posti oggi vacanti; 
c. siano aperte delle graduatorie da cui gli altri enti del comparto possano “pescare”; 
d. sia scelta la strada del contratto, applicandolo a giornalisti anche con forme associate tra Comuni ed enti locali, per superare l’attuale situazione di affidamenti esterni in forma diretta, anche ad aziende editoriali, spesso affidati al massimo ribasso e senza alcuna tutela del lavoro giornalistico. 
L’Asva resta a disposizione per eventuali incontri e confronti con le forze politiche, per raccogliere proposte e idee a sostegno dell’informazione locale, del pluralismo informativo, della crescita democratica locale.

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