Salute in Valle d'Aosta - 12 settembre 2025, 11:10

Screening oncologici: la Valle d’Aosta guida l’Italia nella prevenzione del tumore del colon-retto

La prevenzione non è un dettaglio, ma un obiettivo preciso: salvare vite grazie alla diagnosi precoce. È con questo spirito che la Valle d’Aosta si è distinta a livello nazionale per i risultati ottenuti negli screening oncologici, dimostrando come l’impegno di istituzioni, operatori sanitari e cittadini possa trasformarsi in una vera e propria cultura della salute

Maurizio Castelli

Maurizio Castelli

Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale screening relativi al 2024, la nostra regione ha registrato numeri straordinari nello screening per il tumore del colon-retto: il 66,4% di adesioni, quasi il doppio della media italiana, con una copertura degli inviti che raggiunge il 96,7% della popolazione target. Un primato assoluto che rappresenta non solo una medaglia statistica, ma un segnale concreto di fiducia nei confronti della sanità pubblica.

Non meno significativi i risultati degli screening femminili: il 51,2% delle donne valdostane ha aderito allo screening della cervice uterina (contro una media nazionale del 42% e del 48% nel Nord Italia), mentre l’adesione alla mammografia ha toccato l’86,5%, in crescita netta rispetto all’anno precedente. Numeri che confermano la bontà del lavoro capillare svolto sul territorio.

“Questi dati – spiega il dottor Maurizio Castelli, Direttore del Dipartimento di Prevenzione e coordinatore gestionale degli Screening Oncologici della Valle d’Aosta – sono frutto dell’impegno di tutti: operatori sanitari, coordinamento amministrativo, farmacie, volontari della LILT. Il nostro obiettivo, per il futuro, è aumentare ancora la copertura degli esami, per garantire diagnosi precoce e cure tempestive”.

La strategia si muove su più fronti: motivare la popolazione a rispondere agli inviti, rendere i servizi sempre più accessibili ed efficienti, modernizzare i sistemi di comunicazione con i cittadini grazie a nuove tecnologie e a una gestione integrata delle informazioni attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. A questo si aggiungono campagne di sensibilizzazione, nuove attrezzature diagnostiche e procedure sempre più agili.

Il programma, articolato in base alle fasce d’età, offre a tutti una concreta possibilità di difesa: test per il colon-retto ogni due anni tra i 50 e i 74 anni, Pap-test ogni tre anni per le donne dai 25 ai 29 anni, test HPV ogni cinque anni dai 30 ai 64, mammografie ogni due anni dai 50 ai 69, con possibilità di estensione anche alle fasce 45-49 e 69-74. Un ventaglio di opportunità che non deve restare lettera morta.

L’appello è semplice ma urgente: chi riceve un invito non lo rimandi. Perché aderire a uno screening significa dare valore al proprio presente e costruire un futuro più solido per sé e per la comunità. La prevenzione è come un faro acceso nella notte: illumina la rotta, ci guida fuori dal buio e ci permette di non naufragare quando la tempesta della malattia prova a colpirci.

pi.mi.

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