ATTUALITÀ - 06 settembre 2025, 23:45

Velina Rossonera e Arcobaleno

Cronache semiserie da Palazzo regionale e non solo: indiscrezioni, frecciate e silenzi dal teatrino politico valdostano

Velina Rossonera e Arcobaleno

Le Betoneghe hanno finalmente trovato il loro rifugio strategico: niente bunker antiatomici, niente balconi condominiali, niente panchine in piazza Chanoux. La vera torre di controllo del gossip valdostano si chiama La Cave, in rue De Tillier. Da lì si domina l’intero flusso della città: si sorseggia vino e insieme si scansionano passanti, politici, aspiranti tali e turisti spaesati. Il tutto con la stessa precisione con cui la NASA osserva Marte, ma con molto più sarcasmo e meno tecnologia.

Intanto il 7 settembre, festa di San Grato, patrono della Curia. Si festeggia il santo con devozione, ma anche con l’occhio lungo: in fondo Grato protegge i vigneti e le grandinate, ma qui qualcuno spera che protegga pure dalle grandinate di ricorsi, diatribe giudiziarie e malumori di corridoio. Che sia lui il vero “avvocato difensore” della Curia? Se è così, buona fortuna, perché tra fascicoli e faldoni anche i santi faticano a tenere il passo.

Domenica Aosta celebra il suo patrono con “Le Grenier en Place”: 24ª edizione e la città si riempie di bancarelle, antiquariato e artigianato. Tra vecchie sveglie arrugginite, tovaglie all’uncinetto e fiori appassiti troppo in fretta, la vera tradizione resta la stessa: mercanteggiare per un oggetto che non serve a nessuno, ma che ci fa sentire parte di una comunità. Almeno finché non ce lo ritroviamo in cantina a prendere polvere.

In piazza Roncas, invece, la CGIL ha radunato circa 150 persone per sostenere la Global Sumud Flotilla in missione per Gaza. Sventolano bandiere della pace, della Palestina e striscioni che gridano “Buon vento” e “Stop al genocidio”. Parole forti, sacrosante, che però risuonano in un cortile troppo piccolo rispetto all’eco della guerra. Vilma Gaillard ha detto che il sindacato deve diventare parte attiva contro i conflitti, perché “ogni bomba sganciata cancella diritti”. Giustissimo: peccato che intanto qui ogni conferenza sindacale cancelli sistematicamente la pausa caffè.

Sul fronte bovino, l’assessorato alla Sanità annuncia con entusiasmo che il piano vaccinale obbligatorio contro la dermatite nodulare è praticamente concluso. Quasi 35 mila mucche vaccinate, ne restano solo 500. Per loro “manifestazioni di diniego” da parte di qualche allevatore: in poche parole, le vacche no vax. Una minoranza resistente che dimostra come il complottismo non conosca confini di specie: oggi l’uomo, domani la vacca, dopodomani chissà.

E veniamo al grande sogno pedalatorio. La giunta regionale ha approvato la bozza per la pista ciclopedonale “Alta Valle”. Costo: 7 milioni di euro per 3,7 chilometri. Una passerella ciclabile sulla Dora Baltea che promette miracoli di mobilità dolce. Peccato che i tempi parlino chiaro: due anni per aprire i cantieri e tre anni per finirli. Cinque anni per meno di quattro chilometri. A questo ritmo, quando taglieranno il nastro inaugurale, la bici elettrica sarà già considerata un reperto d’antiquariato da esporre al prossimo Grenier.

Il microfono traditore
Durante la presentazione di un progetto ambientale, un consigliere ha citato un’area protetta… che in realtà era privata. Il microfono traditore ha registrato tutto, e le Betoneghe hanno già inventato uno slogan: “Proteggiamo ciò che non c’è”.

Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe

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