Ci sono pagelle che non si appendono sul frigorifero, ma che pesano come macigni sulla vita quotidiana delle persone. Quella sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) è una di queste: non un voto di scuola, ma il termometro che misura quanto il Servizio sanitario nazionale riesca a garantire cure e diritti minimi a tutti i cittadini.
Nel 2023, la Valle d’Aosta si ritrova in fondo alla classifica: 165 punti su 300, ultima tra Regioni e Province autonome. Il giudizio del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) è netto: inadempiente in due delle tre aree valutate – assistenza distrettuale e ospedaliera – mentre solo sulla prevenzione si salva, collocandosi al nono posto. Un risultato che pesa, anche se va notato un piccolo progresso rispetto al 2022, con un +13 che però non basta a colmare il divario.
Il quadro nazionale non è meno preoccupante. Secondo i dati analizzati da GIMBE sui rapporti ufficiali del Ministero della Salute, solo 13 Regioni sono “promosse” e raggiungono gli standard, con il Veneto in testa. Nel Mezzogiorno la magra consolazione di tre sole Regioni adempienti: Puglia, Campania e Sardegna. Otto territori peggiorano le proprie performance rispetto al 2022, mentre restano inadempienti Abruzzo, Sicilia e – appunto – la Valle d’Aosta, insieme a Molise, Calabria e alla Provincia autonoma di Bolzano, ciascuna per aree differenti.

In sostanza, la “pagella” sanitaria 2023 conferma un’Italia spaccata in due: da un lato il Nord e qualche isola virtuosa, dall’altro vaste aree che arrancano nel garantire cure ospedaliere e servizi territoriali. Una frattura che mette a rischio non solo l’equità del sistema sanitario nazionale, ma anche la fiducia dei cittadini.
Per la Valle d’Aosta, il risultato suona come un campanello d’allarme: non basta contare su strutture moderne e dimensioni contenute del territorio se mancano efficienza e continuità nelle cure. La sfida non riguarda soltanto i numeri, ma il diritto alla salute come principio di cittadinanza. E la montagna, in questo caso, non è un alibi: è un banco di prova.
E proprio qui si innesta la riflessione politica: il 28 settembre i valdostani saranno chiamati a scegliere un nuovo Consiglio regionale e tanti nuovi sindaci tra i quelli quello di Aosta. In questo contesto, la sanità non può restare un tema secondario o relegato a slogan elettorali. I dati del Ministero e l’analisi GIMBE mettono la classe dirigente locale davanti a un bivio: o si rilancia un sistema in difficoltà, restituendo efficienza e fiducia ai cittadini, oppure si accetta che la Valle d’Aosta resti in coda alle classifiche, pagando un prezzo alto in termini di equità e qualità della vita.





