C’era una volta, in un regno piccolo e ghiacciato come un freezer d’alta quota, un gruppo di cavalieri della politica che passavano più tempo a lucidarsi le poltrone che a governare. Il Cavaliere delle Poltrone cercava di piazzarsi sempre nella sedia migliore, mentre il Gollum dei Gettoni contava ogni presenza come se fosse oro. La Regina del Bilancio, con fare solenne, recitava formule incomprensibili che trasformavano debiti in speranze e promesse in numeri vaghi, lasciando tutti a bocca aperta, ma soprattutto confusi.
Le Betoneghe, dal loro osservatorio segreto alla Cave, in Rue De Tillier, ridevano sotto i baffi: “Guardate quei draghi di carta! Parlano di grandi battaglie, ma in realtà combattono per un gettone in più e per la prima fila al microfono.” E mentre il Mago dei Commi incantava con norme e articoli impossibili da decifrare, l’Oracolo di Via Chamolé sparava previsioni epocali che tutti dimenticavano appena usciti dall’ascensore.
Tra un bicchiere e una risata, tra sguardi furtivi e note scritte di nascosto, la politica valdostana diventava teatro d’ombre e le Betoneghe registravano tutto, pronte a raccontare la verità con la precisione di un radar: perché se i draghi non esistono, almeno la satira sì, e quella… è immortale.
Il microfono traditore
Al consiglio comunale, un consigliere ha promesso parcheggi gratuiti “per tutti i residenti”… salvo scoprire pochi minuti dopo che le aree erano private. Il microfono traditore ha registrato tutto, e dietro le quinte le Betoneghe hanno già fatto il quiz: “Chi ci casca la prossima volta?”





