Mondo Artigiano - 02 settembre 2025, 12:05

La Valle d'Aosta e i dazi USA: le imprese locali corrono il rischio di avere un ruolo sempre più marginale nei mercati globali

L’Area Studi e Ricerche di CNA ha realizzato uno documento sull’impatto dei dazi sulle regioni

Andrea Caruso, pres.CNA VdA

Andrea Caruso, pres.CNA VdA

Il 27 luglio la Presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’accordo commerciale tra Europa e Stati Uniti che definisce il livello dei dazi statunitensi per le produzioni europee al 15 per cento, che supera di tre volte la precedente tariffa doganale statunitense, penalizzando fortemente le economie europee maggiormente vocate all’export

Per esaminare l’impatto dell’accordo sulle regioni italiane, l’Area Studi e Ricerche di CNA ha realizzato un documento che analizza anche la situazione della Valle d’Aosta. I dati dell'analisi condotta da CNA rivelano una situazione particolare per la regione, che risulta coinvolta in maniera contenuta rispetto alle altre: con 61,9 milioni di euro di export verso gli Stati Uniti nel 2024, la Valle d'Aosta rappresenta lo 0,1 per cento delle esportazioni italiane complessive verso il mercato americano.

Nonostante i volumi ridotti, l'analisi della composizione settoriale delle esportazioni valdostane verso gli USA rivela alcune specificità interessanti. Il settore metallurgico domina nettamente il panorama dell'export regionale, rappresentando ben il 63,6 per cento delle vendite verso gli Stati Uniti, con un valore di 39,4 milioni di euro. Al secondo posto si trova il settore dei macchinari e apparecchi, che contribuisce per il 26,1 per cento all'export valdostano negli USA, corrispondente a 16,2 milioni di euro. Seguono a distanza i settori alimentare (3,5 per cento), quello degli apparecchi elettronici e ottici (1,9 per cento) e degli apparecchi elettrici (0,7 per cento).

La Valle d'Aosta presenta un profilo particolare nel panorama dell'export italiano verso gli Stati Uniti: mentre nella metallurgia la regione detiene l'1,1 per cento del totale nazionale esportato negli USA, quota tutto sommato significativa considerando le dimensioni regionali, in tutti gli altri settori l'incidenza rimane marginale, non superando mai lo 0,1 per cento.

Un elemento rilevante emerge dall'analisi dei principali mercati di sbocco regionali: gli Stati Uniti occupano la quarta posizione tra i mercati di destinazione dell'export valdostano, dopo Svizzera, Francia e Germania.

Secondo quando emerso dallo studio di CNA – spiega il Presidente di CNA Valle d’Aosta Andrea Carusol'introduzione dei dazi avrà presumibilmente un impatto limitato sulla Valle d'Aosta, almeno nel breve periodo. La bassa propensione all'export della regione e il peso marginale che le esportazioni verso gli USA hanno sul PIL regionale suggeriscono che gli effetti diretti saranno contenuti. Tuttavia, non vanno sottovalutati alcuni aspetti critici: il forte peso del settore metallurgico nell'export valdostano verso gli USA significa che le aziende di questo comparto e quelle che lavorano nell’indotto saranno le più colpite: si tratta di imprese di piccole e medie dimensioni che potrebbero avere maggiori difficoltà nel riposizionarsi su altri mercati o nell'assorbire l'incremento dei costi dovuto ai dazi”.

Come evidenziato dall'analisi CNA – continua il Presidente Caruso – per le regioni con bassa propensione all'export come la Valle d'Aosta, il rischio principale non è tanto l'impatto immediato quanto la possibile marginalizzazione nel medio-lungo periodo. Le imprese che avevano investito nell'internazionalizzazione verso il mercato americano potrebbero essere scoraggiate dal proseguire in questa direzione. La Valle d'Aosta, con la sua economia integrata in filiere produttive che coinvolgono altre regioni italiane ed europee, potrebbe risentire indirettamente dei dazi. Se le imprese lombarde, piemontesi o francesi che utilizzano prodotti intermedi valdostani vedranno ridotte le loro esportazioni verso gli USA, anche la domanda di prodotti valdostani potrebbe contrarsi”.

La situazione richiede una riflessione strategica articolata: le aziende più esposte sul mercato americano dovranno accelerare la diversificazione verso altri mercati, il settore metallurgico valdostano dovrà puntare su innovazione e qualità per mantenere competitività anche con l'aggravio dei dazi, l'integrazione con le filiere delle regioni limitrofe diventa ancora più strategica per compensare eventuali perdite sul mercato americano.

 “Il vero rischio per l'economia valdostana non risiede tanto negli effetti immediati dei dazi, quanto nella possibilità che questa misura protezionistica possa frenare i processi di internazionalizzazione delle imprese locali, condannandole a una dimensione sempre più marginale nei mercati globali. La sfida sarà mantenere lo slancio verso l'estero, diversificando i mercati e rafforzando le specializzazioni competitive”, conclude Andrea Caruso.

red

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