Gli impegni del Vescovo Franco Lovignana
Martedì 2 settembre
Vescovado – mattino
Udienze
Giovedì 4 settembre
Vescovado – ore 11.00
Incontro del Vescovo con gli operatori della comunicazione all’inizio dell’Anno pastorale
Sabato 6 settembre
Pila – Eremo di San Grato – ore 20.30
Route e Santa Messa con i giovani
Domenica 7 settembre
Cattedrale – ore 15.00
S. Messa stazionale e processione per la Solennità di San Grato patrono della Città e della Diocesi
Lunedì 8 settembre
Courmayeur, Santuario di Notre-Dame de la Guérison
ore 9.30 Processione
ore 11.00 S. Messa
Martedì 9 settembre
Vescovado – mattino
Udienze
Vescovado – ore 18.15
Formazione Ordo Virginum
Giovedì 11 settembre
Vescovado – mattino
Udienze
Sabato 13 settembre
Cattedrale – Pont Suaz – ore 6.00
Pellegrinaggio mensile a N.-D. de Pitié
Domenica 14 settembre
Borgosesia – ore 10.00
S. Messa in onore di San Grato
Lunedì 15 – martedì 16 settembre
Priorato di Saint-Pierre – mattino
“Due Giorni” del clero all’inizio dell’Anno Pastorale
Lunedì 15 settembre
Curia vescovile – ore 18.45
Segreteria del Consiglio pastorale diocesano
La Chiesa celebra San Licinio Martire
San Licinio (Licerius, Licinius, Lesé, Lezens o Léziers) è un martire venerato nella chiesa di San Martino a Lectoure.
Secondo la tradizione agiografica antica della diocesi di Auch, san Licinio viene identificato come un soldato spagnolo che sarebbe stato ferito a Sos mentre di opponeva alle invasioni normanne durante il secolo IX e che sarebbe morto a Mas d’Auvignon.
A Lectoure, presso la chiesa di San Martino c’è una tomba in marmo bianco e un reliquiario con i resti di san Lesé, il cui culto viene attestato fin dal 1517, anno in cui Anna di Lomagne fece una donazione alla chiesa io suo onore.
Il culto per questo martire fu approvato nel Settecento e confermato nel 1841 dal vescovo di Auch, anche se non fu mai inserito nel proprio della diocesi.
La festa per San Licinio martire è stata fissata nel giorno 2 settembre.
Il sorge alle ore 6,50 e tramonta alle ore 20,10
«La politica sia una missione basata sulla legge naturale (…) non come professione, ma come missione per la crescita della verità e del bene.» (Papa Leone XIV)
Questa frase, pronunciata durante un incontro con parlamentari di 68 Paesi nel corso del Giubileo dei governanti, trasforma la politica da mera carriera a impegno etico e comunitario. Leone XIV invoca la legge naturale — quella che non è scritta dall’uomo, ma percepita universalmente come guida alla giustizia — come stella polare per governare responsabilmente. Politici non più tecnici o opportunisti, ma missionari del bene comune, che promuovano libertà religiosa, dialogo interreligioso e affrontino sfide moderne (come l'intelligenza artificiale) in favore delle nuove generazioni.





