CULTURA - 26 agosto 2025, 09:14

Barbèt. Scintille di luce e frammenti di storia della gente valdese

Successo a Torre Pellice per lo spettacolo che ha intrecciato teatro, canti e memoria collettiva

Gruppo Teatro Angrogna

Gruppo Teatro Angrogna

Ogni anno, nel mese di agosto, Torre Pellice (To) diventa cuore pulsante della comunità valdese grazie al Sinodo, appuntamento di grande valore spirituale e sociale che richiama fedeli, simpatizzanti e media da ogni parte del mondo. Domenica 24 agosto, in questo clima vivace e partecipe, il Teatro del Forte ha accolto il pubblico numeroso che ha decretato il pieno successo di Barbèt, spettacolo a ingresso libero capace di unire memoria, emozione e riflessione.

Sul palcoscenico, Jean Louis Sappé – da sessantacinque anni protagonista delle scene – insieme a Maura Bertin, Marisa Sappé, Grazia Bordini e Renato Peraldo, ha dato vita a un intenso percorso narrativo, arricchito dal contributo tecnico e artistico di uno staff appassionato. Tra le autorità presenti, la vicesindaca di Torre Pellice Sara Tron e il sindaco di Angrogna Gino Giordan hanno sottolineato il valore culturale e civile della rappresentazione.

A introdurre la serata, le parole di Marisa Sappé: «Questa sera vi presentiamo una delle tante pagine di intolleranza di cui è piena la storia dell’umanità. In teatro tutto sembra finto, ma niente è falso. Molto di ciò che vedrete è realmente accaduto».

Jean Louis Sappé e Maura Bertin

Tre atti hanno scandito lo spettacolo. Nel primo, la figura di Pietro Valdo, il fondatore dei “poveri di Lione”, ha preso corpo in un suggestivo intreccio di recitazione e canto. La seconda parte ha trasportato il pubblico a Cavour nel 1561, in un registro più leggero e dialettale, che ha raccontato pregiudizi e diffidenze attorno ai valdesi fino alla storica pace di Cavour. Infine, la terza sezione ha condotto tra Angrogna e Torino, nel cuore dell’Ottocento, per narrare speranze e delusioni di Susanna, giovane donna divisa tra dignità, lavoro e amore, emblema di un cammino di libertà ancora fragile.

La conclusione, affidata all’intero cast, ha offerto un messaggio chiaro e attuale: «E dove avete riconosciuto l’oppressione, non voltate la testa, ma datevi da fare, tutti e tutte insieme, per trovare rimedio».

Gli applausi convinti hanno suggellato uno spettacolo che ha saputo coniugare radici storiche e sensibilità contemporanea. Fondamentali i contributi tecnici di Marco Rovara ed Erica Malan (luci e suoni), Enrico Lantelme (musiche), Giampiero Capitani (costumi), Ettore Danna e Samule Lazzero (logistica), con la regia di Claudio Raimondo.

red/ed.mo.

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