CULTURA - 25 agosto 2025, 09:31

I ghiacciai e la Valle d’Aosta: un approccio a 360° – sette serate di successo tra scienza, cultura e territorio

Si è chiuso a Valtournenche il ciclo di sette appuntamenti dedicati ai ghiacciai valdostani nell’ambito dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai. Oltre 670 partecipanti hanno seguito le serate, tra divulgazione scientifica, testimonianze e riflessioni sul futuro delle nostre montagne

Segretario generale della Fondazione Montagna sicura, Jean Pierre Fosson dirige il Centro di Villa Cameron

Segretario generale della Fondazione Montagna sicura, Jean Pierre Fosson dirige il Centro di Villa Cameron

Con lo scorso 22 agosto a Valtournenche si è concluso il percorso itinerante “I Ghiacciai e la Valle d’Aosta: un approccio a 360°”, un ciclo di sette eventi che, tra il 1° agosto e l’ultima tappa, ha attraversato la regione per raccontare i ghiacciai valdostani da molteplici prospettive: dalla scienza alla cultura, dal diritto all’alpinismo, fino agli aspetti antropologici e di sicurezza. È stata un’occasione preziosa di confronto e di divulgazione, che ha richiamato complessivamente 679 partecipanti, con un pubblico attento e motivato in ogni località.

Il viaggio è iniziato a Gressoney-La-Trinité il 1° agosto con un dialogo sull’evoluzione dei ghiacciai della Valle del Lys tra Michele Freppaz e Paolo Piccini, con 50 presenze. È proseguito il 4 agosto a La Thuile, dove il ghiacciaio del Rutor è diventato protagonista di un vero e proprio viaggio nel tempo, con oltre 100 spettatori incuriositi anche dalla realtà virtuale dedicata al ghiacciaio. Il 6 agosto, al Jardin de l’Ange di Courmayeur, il tema ha assunto una dimensione giuridica con gli interventi di Roberto Louvin e Michele Vellano sul rapporto tra ghiacciai e diritto.

Il 8 agosto Champoluc ha ospitato il confronto forse più suggestivo, con antropologi, esperti e giovani ricercatori a raccontare la storia e le trasformazioni dei paesaggi alpini, davanti a un pubblico numeroso di 136 persone. Al Forte di Bard, il 10 agosto, il grande alpinista Patrick Gabarrou ha portato una testimonianza intensa e personale sul Mont Blanc, raccogliendo applausi calorosi da sessanta appassionati.

La penultima tappa, il 20 agosto ad Arvier, è stata doppia: inserita nel progetto PNRR Agile Arvier e allo stesso tempo nel calendario ufficiale dei ghiacciai, ha coinvolto un pubblico di 140 persone, tra sala e streaming, in un dialogo serrato sul rapporto tra criosfera, neve e valanghe. Infine, il gran finale a Valtournenche il 22 agosto con quasi cento partecipanti: un incontro intenso per comprendere i processi invisibili che stanno cambiando la stabilità delle nostre montagne, con la voce di tecnici e ricercatori provenienti dalla Valle d’Aosta e dalle regioni alpine vicine.

Il bilancio è senza dubbio positivo. Non solo per i numeri, che già da soli confermano l’interesse del pubblico, ma per la qualità degli interventi e la capacità di unire linguaggi diversi: scienza e testimonianza, rigore e passione. La scelta di portare gli eventi in luoghi differenti, dalle località turistiche alle sale polivalenti, ha favorito una partecipazione diffusa e inclusiva, riuscendo a coinvolgere residenti, turisti, giovani e famiglie.

In un’epoca in cui i ghiacciai si ritirano a vista d’occhio e il cambiamento climatico sembra un processo inarrestabile, la Valle d’Aosta ha saputo proporre un modello virtuoso: fare divulgazione partendo dal territorio e parlando a tutti, senza barriere. E questo è forse il risultato più importante: aver reso i ghiacciai, spesso percepiti come lontani o riservati agli addetti ai lavori, un patrimonio di tutti, da conoscere, comprendere e difendere.

Il progetto, coordinato dall’Assessorato regionale alle Opere pubbliche, Territorio e Ambiente in collaborazione con Fondazione Montagna sicura, ARPA Valle d’Aosta e Forte di Bard, ha mostrato come la sinergia istituzionale possa tradursi in un’offerta culturale di alto livello. La speranza, ora, è che questo ciclo non resti un episodio isolato, ma diventi un appuntamento stabile della stagione estiva valdostana, un ponte tra ricerca, cultura e comunità.

je.fe.

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