C’è un posto in rue De Tillier dove persino le Betoneghe tacciono – e già questa è una notizia da prima pagina. Si chiama “La Cave” e non è solo un locale, è un vero bunker di pace, un punto d’osservazione strategico da cui scrutare chi passa, chi entra e chi finge di non vedere. Una sorta di torre di controllo del pettegolezzo, dove finalmente anche le lingue più affilate trovano un attimo di tregua, almeno finché il bicchiere è pieno.
E mentre le Betoneghe studiano la viabilità pedonale del centro, lassù al Gran San Bernardo qualcuno ha deciso che il traforo deve chiudere per un’esercitazione binazionale di sicurezza. Niente di grave, solo dalle 20 di martedì 2 settembre all’una di mercoledì 3: il tempo di ricordarsi che anche i tunnel hanno i loro orari d’ufficio. I veicoli leggeri potranno comunque scalare il Colle, perché un po’ di sano allenamento fa bene: se lo dice l’Unione Europea che bisogna andare verso la mobilità sostenibile, perché non cominciare dalle pendenze del Gran San Bernardo?
Ma il vero colpo di scena riguarda il Traforo del Monte Bianco: dal 1° settembre al 12 dicembre 2025 parte il secondo “cantiere-test” per rifare un pezzo di volta. Duecentocinquantaquattro metri di soffitto in tre mesi: praticamente un record, soprattutto se si pensa che a casa nostra c’è ancora chi non riesce a montare una libreria Ikea in un weekend. E così il tunnel chiude del tutto. Non resta che abituarsi all’idea: se vogliamo la sicurezza dobbiamo anche accettare un po’ di clausura, in fondo cosa cambia se da Aosta per andare a Chamonix bisogna fare un piccolo giro panoramico da Torino?
E visto che un po’ di politica non guasta mai, tocca parlare dei programmi elettorali che stanno piovendo come volantini sotto il tergicristallo. Un tempo li scrivevano per farsi capire, oggi pare li scrivano per non farsi leggere. Lunghi, logorroici, spesso più contorti della segnaletica del cantiere del Monte Bianco: c’è chi promette mari e monti (con scarsa coerenza geografica) e chi infila pagine di buoni propositi che nemmeno a letto, dopo tre camomille, riesci a capire cosa volessero dire. Un consiglio: se volete dormire bene, lasciate perdere la melatonina e mettete sul comodino il programma di un qualsiasi candidato. Funziona meglio.
Per il resto, il teatrino politico pullula di retroscena senza copione: c’è chi trama per alleanze future davanti a un caffè, e chi giura fedeltà assoluta fino al prossimo aperitivo. C’è chi si allena allo “sguardo istituzionale” davanti allo specchio, e chi prova a ricordare la differenza tra conferenza stampa e karaoke. Intanto, nei corridoi, si parla già di una promessa cena elettorale finita con più brindisi che voti sicuri, e di una riunione segreta durata meno del tempo necessario per scegliere il vino.
Oroscopo politico della settimana
Ariete: ti lancerai a capofitto in una conferenza stampa. Peccato che non ci sarà nessuno ad ascoltarti, tranne il microfono.
Toro: non fidarti del tuo alleato, punta già al tuo assessorato.
Gemelli: due facce, due promesse, due volte lo stesso problema. Ma tranquillo, nessuno se ne accorge (forse).
Leone: ruggisci in Consiglio, ma poi ti azzittisci davanti al buffet.
Vergine: precisino come sempre, peccato che i tuoi emendamenti non li legge nessuno.
Bilancia: ti tocca barcamenarti tra due coalizioni, ma finirai col cadere dalla sedia.
Scorpione: velenoso nei corridoi, ma sorridente in conferenza. Una performance da Oscar.
Sagittario: punti lontano, ma ti perdi tra Chamolé e il parcheggio della Regione.
Capricorno: lavori sodo, ma gli altri si prendono i meriti. Solito copione.
Acquario: idee geniali, peccato che nessuno abbia capito cosa hai detto.
Pesci: sempre in gruppo, ma quando serve votare sparisci come trota nel torrente.





