C’è un posto in rue De Tillier dove le Betoneghe finalmente respirano: La Cave. Da lì si può osservare tutta la Valle d’Aosta come fosse un grande acquario politico, con politici che nuotano a vista, spesso a fatica, e cittadini che li guardano chiedendosi se ridere o piangere. Non serve telescopio, basta un caffè e un taccuino: sottozero o no, lo spettacolo continua da solo e le Betoneghe annotano ogni movimento come fosse gossip glaciale.
Nel frattempo la Regione annuncia un bando da 50 mila euro per i giovani, per idee innovative da realizzare ad Aosta. Cinquanta mila euro per cambiare il mondo? Forse basteranno a comprare qualche poster motivazionale e un laboratorio di origami nella Cittadella dei giovani, perché tra buche, sanpietrini traballanti e quartieri fragili, far girare le idee è già un’impresa eroica. I progetti possono ottenere da 5 a 10 mila euro, giusto il tempo di scaldare i cervelli prima che la burocrazia regionale li congeli.
E mentre i ghiacciai si sciolgono, con il Rutor che perde quattro metri di spessore a metà stagione, qualcuno pensa ai contributi previdenziali volontari, alle leggi di attrattività e ai contratti integrativi come se fossero la priorità assoluta. SAVT e AVCU hanno stilato la loro letterina a Babbo Natale: sgravi IRAP, sostegno a chi assiste figli o genitori, stabilizzazione delle risorse RAR, fondi per scuola e sanità, indennizzi energetici… un elenco infinito che farebbe arrossire chiunque provi a leggere senza piangere. Ma attenzione, il tutto condito con l’inossidabile speranza che la Valle non finisca davvero nel quarto mondo.
Non mancano poi le richieste di valorizzazione di CAF, patronati e associazioni dei consumatori, concorsi banditi sul posto, percorsi formativi in Valle, razionalizzazione della spesa pubblica, regionalizzazione delle norme per il personale docente… un menu che fa sembrare ogni lista della spesa della nonna un semplice promemoria. E mentre tutto questo accade, le Betoneghe osservano dalla Cave, prendendo appunti, annotando ogni promessa e ogni dimenticanza, godendosi il teatrino con ironia glaciale: la Valle d’Aosta è sottozero, certo, ma il sarcasmo lì non manca mai.
Firmato Le Sentinelle del Tombino – alias Le Betoneghe.





